Autore Henry James
Titolo Ritratto di signora
EdizioneSansoni, Firenze, 1965, I capolavori 12 , pag. 574, cop.fle., dim. 11x18,2x2,6 cm
OriginalePortrait of a lady [1879]
TraduttorePina Sergi
LettoreAngela Razzini, 1965
Classe classici statunitensi












 

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Capitolo I



In circostanze adatte, poche ore nella vita sono più piacevoli dell'ora dedicata alla cerimonia nota col nome di tè del pomeriggio. Vi sono circostanze in cui, sia che si prenda sia che non si prenda parte al tè (per non parlare di chi il tè non lo prende mai) la situazione è in se stessa deliziosa. Quelle che ho in mente nel dare inizio a questa semplice storia offrivano una mirabile scenografia a un onesto modo di passare il tempo. Gli accessori del piccolo banchetto erano stati sistemati sul prato verde di una vecchia casa di campagna inglese, in quello che definirei il culmine pieno di uno splendido pomeriggio d'estate. Una parte del pomeriggio era passata, ma molto ne avanzava, e ciò che ne avanzava era della qualità più fine e più rara. L'ora vera e propria del crepuscolo era ancora lontana; e tuttavia il torrente della luce estiva aveva cominciato a calare, l'aria si era fatta tenue, e sull'erba fitta e curata si allungavano le ombre. Si allungavano lentamente, però, e la scena esprimeva quel senso riposante di attesa che è forse la ragione più vera del fascino di una simile scena in un'ora come questa. Dalle cinque alle otto corre in certe occasioni una piccola eternità; ma, nel nostro caso, questo lasso di tempo non poteva essere altro che un'eternità di piacere. Le persone interessate si godevano tranquillamente la loro piacevole ora, e non appartenevano al sesso che si suppone fornisca di solito i sacerdoti della cerimonia da me ricordata. Sul prato impeccabile si delineavano ombre dritte e squadrate: erano le ombre di un vecchio sprofondato in una poltrona di vimini, presso il tavolino basso dove era stato servito il tè, e di due uomini più giovani che andavano su e giù, scambiando qualche parola tra loro, di fronte a lui. Il vecchio teneva la sua tazza tra le mani; era una tazza di misura più grande dell'ordinario, di disegno diverso dalle altre del resto del servizio, e dipinta a vividi colori. Egli ne utilizzava il contenuto con grande circospezione, tenendosela a lungo proprio sotto il mento, con il viso rivolto alla casa. I suoi compagni o avevano già finito di bere il tè, o non si curavano di usufruire di questo loro privilegio: fumavano una sigaretta, e continuavano a far su e giù. Uno dei due, di tanto in tanto, mentre passava davanti al vecchio, lo guardava con un'attenzione speciale, ma quello non dava segno di accorgersene e continuava a fissare la ricca facciata rossa della sua abitazione. La casa che si ergeva oltre il prato era una costruzione degna di tanto riguardo, e costituiva la parte più caratteristica del quadro tipicamente inglese che mi son provato ad abbozzare.

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