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| << | < | > | >> |IndiceIX Prefazione di Carlo Formenti XV Ringraziamenti 1 Capitolo primo La verità, tutt'altro che la verità 7 Capitolo secondo United States of Media Control 7 Guerra e controllo mentale 23 Democrazia avanzata o impero mediatico? 29 Capitolo terzo World Wide Fiction - Bufale dal sistema mediatico 29 Introduzione 30 In memoria di Luther Blissett 39 I gatti bonsai 44 11 settembre: il mistero dell'aereo sul Pentagono 52 Bill Gates è morto! Anzi, no. 60 La cospirazione di Star Wars 66 Una strana catena di sant'Antonio 69 Quando la Rai fece morire il Papa 72 Le "donne-bambi": l'ultima follia americana 76 Tiranni e cortigiani: breve storia di una (grossolana) patacca giornalistica 80 Lo strano caso della "bio-plastica" 87 Capitolo quarto Fake Fiction: bufale, istruzioni per l'uso 89 Il vademecum della bufala o Parametro di Trabelsi 89 Preparazione 97 Postfazione di Marco Barbieri 101 Bibliografia 105 Sitografia |
| << | < | > | >> |Pagina 1Capitolo primo
La verità, tutt'altro che la verità
La verità non esiste. Non si trova nel mondo, nelle cose o nei fatti esterni, ma è una costruzione del nostro pensiero. È per questo che l'élite dominante riesce a imporre le menzogne più oltraggiose, spacciandole per fatti incontestabili e realmente accaduti. Semplicemente esercitando il controllo sulle menti, si può decidere che cosa sia vero e che cosa sia invece falso. Le verità pericolose, scomode, vengono eliminate epurando le parole dai dizionari: cancellando il linguaggio si cancella il pensiero, e quindi anche la realtà. Uno scenario inquietante, che ricorda le atmosfere di Oceania, lo stato autarchico immaginato da George Orwell in 1984, all'interno del quale il prolifico scrittore di fantascienza costruisce un fantomatico regime totalitario che mantiene il potere assoluto sulla popolazione imprigionando o eliminando fisicamente ogni suddito che si arrischi a dire qualunque cosa corrisponda a verità. Fermatevi un attimo e riflettete: quanto assomiglia la fantomatica Oceania alla nostra società occidentale, dove la comunicazione è diventata talmente iperbolica e pervasiva da costituire la nostra unica interfaccia con la realtà? Dove i mass media sono posseduti e influenzati da potenti lobby politico-finanziarie che se ne servono come strumento di condizionamento e mind control. E dove persino i rapporti interpersonali sono profondamente modificati dall'ambiente tecnologico che ci circonda? Uno degli obiettivi principali di questo libro consiste nel mettere a fuoco, senza perdere il filtro dell'analisi disincantata e dell'ironia, in che modo verità e finzione si rapportano tra loro nella nostra società contemporanea, e come le tecnologie della comunicazione intervengono in questa dinamica, modificandola radicalmente e creandone aspetti inediti. | << | < | > | >> |Pagina 4È curioso notare che la cultura occidentale, nel momento di suo peggiore nichilismo, mentre dubita fortemente della dottrina scientifica come mezzo di indagine sulla realtà e del linguaggio come veicolo di espressione della medesima, vede la nascita e la crescita subitanea dell'industria culturale, che ben presto darà vita ai sistemi di comunicazione di massa. Ed è proprio questo il punto su cui intende concentrarsi la nostra analisi. Nei capitoli che seguiranno, analizzeremo in profondità e con dovizia di esempi in che modo il sistema mediatico modifica il rapporto con la realtà dell'uomo. L'informazione, in quanto realtà mediata, interpretata e non originale, non può assolutamente costituire una forma di rappresentazione della verità. Tutto diventa fiction, menzogna, bufala. E questo non sempre per volontà dell'uomo, ma per la natura stessa del sistema, che filtra e modifica l'esistente attraverso una sorta di specchio sporco che non può essere pulito. I criteri di newsmaking, o di selezione e produzione delle notizie, sono talmente standardizzati da poter essere organizzati in una sorta di "grammatica della notiziabilità". La realizzazione della notizia, per la natura stessa dei sistemi di informazione contemporanei, avviene attraverso una serie di atti fordizzati, quasi da catena di montaggio, che lasciano presupporre l'esistenza di un "copione". Ma riorganizzare la realtà secondo canoni prestabiliti non significa forse fare fiction? Ecco che, specularmente al rapporto verità-menzogna, informazione e fiction si avvicinano sempre più, giungendo talvolta a fondersi.Non bisogna però dimenticare che i mezzi di comunicazione di massa esistono in quanto circostanziati e prodotti da una realtà sociale, con la quale intrattengono rapporti fittissimi e multilivello. Nella nostra società post-industriale, all'interno della quale l'informazione si caratterizza come merce eterea e preziosa, il sistema mediatico è sempre più oggetto di pressioni e influenze da parte di potenti lobby politico-finanziarie. Nel prossimo capitolo mostreremo come il sistema di comunicazione statunitense stia correndo il rischio di trasformarsi in una macchina di disinformazione filobellica, completamente piegata e adesa ai voleri del governo di George W. Bush. All'interno di queste dinamiche, Internet gioca un ruolo fondamentale e insieme ambiguo. Se da un lato la rete permette la libera circolazione delle idee e la possibilità di giungere direttamente alle fonti dell'informazione, dall'altro può essere usata come un mezzo potentissimo per stravolgere la realtà e diffondere menzogne e falsità. Grazie al suo peculiare status di mezzo interattivo e accessibile a chiunque, Internet costituisce lo strumento ideale per la realizzazione di bufale, che possono conoscere una diffusione immediata e causare effetti devastanti. Se la contro-informazione (intesa come opposta alle notizie del regime) trova spazio sulla rete, lo stesso vale anche per la disinformazione e la menzogna, che possono essere dipanate con una velocità fulminante. Nel terzo capitolo punteremo l'attenzione su questo aspetto del Web, sviscerando e rivelando alcune tra le più clamorose bufale concepite davanti allo schermo di un computer.
Per la sua stessa natura, e per le dinamiche sociali a cui è sottoposta,
l'informazione è apportatrice di menzogna. E se le élite politico-economiche
sono in grado di coartarla a loro piacimento, lo stesso possono fare le persone
comuni, servendosi di un mezzo entropico quale quello della rete. Non a caso la
nostra trattazione si conclude con la messa in pratica di quanto finora
teorizzato. Il quarto capitolo dimostra pragmaticamente quanto sia semplice
mettere in atto una "tecnica di disinformazione". È sufficiente conoscere alcuni
snodi, o punti chiave dei processi di realizzazione della comunicazione per
inserirsi al loro interno, cercando di modificarli o influenzarli a proprio
piacimento. Questo per comprovare che tra notizie e
fiction
non c'è più alcuna differenza, visto
che i loro processi di produzione sono perfettamente identici. La grammatica
della notiziabilità assomiglia sempre più a quella della finzione.
Nelle pagine che seguono abbiamo cercato di condensare una gran quantità di fatti, dati e informazioni trasversali. A guidarci non è stata alcuna velleità filosofica, ma solo un'anima descrittiva. Ci premeva sottolineare quanto sia elevato il livello di disinformazione a cui l'uomo occidentale è sottoposto, giorno dopo giorno, e lanciare degli spunti che fungessero da campanello d'allarme. Il nostro sistema mediatico, che lancia in continuazione informazioni impazzite e inesistenti, ha ormai completamente sovvertito il rapporto tra verità e menzogna, e a questo punto pare davvero arduo trovare la via per ristabilire un ponte con la verità. Viviamo in una società in cui la tolleranza della falsità ha toccato livelli inauditi, e forse solo grazie all' overload, all'eccesso di informazione deviante, riusciamo a sopravvivere. Certo è che la degenerazione del sistema mediatico ha provocato la mutazione del sistema sociale, con inevitabili conseguenze anche a livello politico. Non è detto che tutto quanto sta accadendo debba per forza essere negativo. Sono in molti a pensare che l'era contemporanea è talmente complessà che la verità non è più in grado di descriverla, e quindi come tale è probabilmente solo un'altra bugia. Una tesi entusiasmante, che vede la società del nuovo millennio reclamare la finzione come sistema di conoscenza privilegiato e fortificante per la democrazia. Tuttavia appare chiaro che, se la menzogna diventa iperbolica, si tarpa le ali da sola, perché perde la sua peculiare complessità, e non fa nient'altro che riaffermare la potenza del vero.
Benvenuti nel
world wide fiction.
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