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| << | < | > | >> |Pagina 31È con umiltà veramente sincera, e con un certo sentimento di soggezione, che scrivo le prime parole di quest'opera, perché io avvicino il lettore al piú solenne, al piú esteso, al piú difficile, al piú augusto fra tutti gli argomenti concepibili.Quali parole potrò trovare, sufficientemente semplici nella loro sublimità, e sufficientemente sublimi nella loro semplicità, per la sola enunciazione del mio tema? Io mi propongo di parlare dell'universo fisico, metafisico e matematico, dell'universo materiale e spirituale; della sua essenza, origine e creazione, della sua condizione presente e del suo destino. Sarò inoltre cosí temerario da contraddire le conclusioni e dunque da mettere in discussione la sagacia di molti uomini fra i piú grandi e giustamente riveriti. Lasciate che esponga per cominciare con la maggior chiarezza possibile non il teorema che spero di dimostrare (poiché nonostante quanto asseriscono i matematici non vi è, a questo mondo almeno, nulla di simile a una dimostrazione) ma l'idea dominante che, nel corso di quest'opera, cercherò di tratteggiare.
La mia idea generale è dunque questa: nell'unità
originaria dell'ente primo risiede la causa secondaria di
tutti gli enti, e il germe del loro inevitabile
annichilimento.
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