Copertina
Autore Miro Silvera
Titolo Libroterapia
SottotitoloUn viaggio nel mondo infinito dei libri, perché i libri curano l'anima
EdizioneSalani, Milano, 2007 , pag. 90, ill., cop.fle., dim. 15x17x0,8 cm , Isbn 978-88-8451-869-9
LettoreGiorgia Pezzali, 2007
Classe libri , salute , collezionismo
PrimaPagina


al sito dell'editore


per l'acquisto su IBS.IT

per l'acquisto su AMAZON.IT

 

| << |  <  |  >  | >> |

Indice


Premessa                                                     7

Che cos'è un libro. Una pillola?                             8

La biblioteca come farmacia dell'anima
    (e la bibbia come aspirina)                             16

I luoghi della libroterapia                                 22

La poesia come distillato omeopatico
    (e il poeta come scienziato)                            32

La cura per l'infelicità è forse un pensiero felice?        36

La cura per l'infelicità è forse un pensiero infelice?      42

La vecchiaia si cura leggendo (e raccontando)               48

Il libro come nutrimento necessario                         52

Gli aforismi fanno bene all'anima                           56

Usi diversamente terapeutici dei libri                      60

Libroterapie ad hoc                                         62

Libroterapia in pillole                                     77

Bibliografia essenziale                                     82

Indice delle immagini                                       85


INDICE DELLE IMMAGINI

Rogo di libri a Berlino, Opernplatz, 10 maggio 1933.        11
Ufficiali SS ad Amburgo confiscano libri, 15 maggio 1933.   13
Félix Vallotton, La lettura abbandonata, 1924, Musée des
    Beaux-Arts, Parigi.                                     15
Immagine di copertina della Nuova Bibbia Salani, 2004,
    tavola di Mimmo Paladino, particolare.                  17
Théodore Roussel, Ragazza che legge, 1886/87, Tate Gallery,
    Londra.                                                 19
La biblioteca dei Girolamini a Napoli, particolare.         21
La poltrona di Kipling a Naulakha, 1895.                    23
La poltrona di Dickens all'Athenaeum, 1838.                 25
Colette, Parigi, 1893.                                      27
Mardrus, Le Livre de la Verité de Parole, Parigi, 1929.     29
Aleksandr Aleksandrovic Dejneka, Giovane donna con libro,
    1934, Museo Russo, San Pietroburgo.                     33
Vladimir Majakovskij, L'alfabeto sovietico, 1919,
    particolare.                                         36-37
Astrid Lindgren nel suo salotto con alcune edizioni
    di Pippi Calzelunghe, 15 ottobre 1981.                  39
Marchino avventure di un asino, di Tommaso Catani,
    illustrazioni di Carlo Chiostri, Adriano Salani
    Editore, 1914.                                          41
Walter Benjamin fotografato da Gisèle Freund, 1930 ca.      43
Athenaeum, l'angolo degli scrittori.                        45
Una rara copertina di Decline and Fall di Evelyn Wauch,
    1928.                                                   47
Giacomo Quarenghi, Progetto di biblioteca, particolare.     49
Etienne-Louis Boullée, Nuova sala della Biblioteca
    Nazionale, 1785, particolare.                           51
Gustav Adolph Hennig, Ragazza che legge, 1828, Museum der
    Bildenden Künste, Lipsia.                               53
La biblioteca dei Girolamini a Napoli, particolare.         55
La biblioteca di Jean Stein, particolare.                   57
Milano, Liceo Manzoni, dietro al 'mitico' dizionario.       59
The Griffin and the Minor Canon, in Frank Stockton,
    The Queen's Museum and Other Fanciful Storics.
    Illustrazione di Frederick Richardson, 1906.            71
Corale del XVI secolo, biblioteca di Palma di Mallorca.     73
La libreria di Holland House rimasta senza tetto in seguito
    a un raid aereo intorno al 1940, Londra
    (foto © Hulton-Deutsch Collection/CORBIS).           74-75
Tiziano Terzani nella sua casa di Firenze – Bellosguardo,
    18 maggio 2004 (foto © V.Cottinelli).                   79
Libro pop up. The Daily Express Children's Annual n. 5,
    Lane Publications, London, 1935.                        81

 

 

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 7

PREMESSA


Molti anni fa una rivista americana pubblicò una vignetta umoristica in cui si vedevano due capre. Una divorava metri di pellicola cinematografica, e l'altra si sgranocchiava il volume da cui era stato tratto il film. E quest'ultima diceva: «Č meglio il libro!» Quindi, in un paese come l'Italia che preferisce di gran lunga le immagini (televisive, cinematografiche, o di qualsiasi altro tipo), e trascura le parole stampate, io credo proprio di dover dedicare queste pagine a tutte le 'capre' italiane che non leggono mai un libro, e che non sanno cosa si perdono. Come diceva una mia saggia amica: «Piuttosto che diventare schiava del Librium, mi prendo un libro».

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 8

Che cos'è un libro. Una pillola?


Un libro – questo libro – è magico come tutti i libri lo sono. Ciascuno a suo modo ha un'anima speciale, piccola, grande, da viaggio o da poltrona, da metrò o da letto matrimoniale, ma sempre un'anima bella fatta di parole, di pensiero, di descrizioni di cose e persone, quindi poetica e viva. Leggere è vivere, magari attraverso gli occhi di un altro, il Signor Autore. In questo modo, si esce per un poco fuori da sé, dimenticando i problemi e gli assilli mondani per calarsi in un altrove sovente straniero e sconosciuto. E questo 'altrove' miracolosamente calma e lenisce. Sì, avete letto bene, ma nel vostro cuore di lettori lo avete sempre saputo: il libro guarisce.

Ne sapeva qualcosa il tormentato Vincent Van Gogh, inviato nella triste regione mineraria del Borinage, fra nere colline di terril composte di scarti di carbone, a predicare la parola di Dio alle povere famiglie. Il Nuovo Testamento gli faceva da cuscino e da sostegno per affrontare le miserie di un mondo di poca speranza e l'aiutava a non perdere del tutto la testa. Ma la testa infine la perse per la semplice ragione che la predicazione non era la sua strada, e se ne tornò a casa sconfitto. Intanto però, col carboncino, aveva iniziato a disegnare e aveva imboccato la via dell'arte.

E ne sa qualcosa oggi lo scrittore turco Orhan Pamuk che, nel suo saggio Autore implicito, scrive che la letteratura gli è necessaria come un farmaco, come una medicina da prendere ogni giorno per sopravvivere. Ma la medicina, è ovvio, deve essere buona. «Un brano di romanzo forte, intenso e profondo, mi rende felice più di tante altre cose» scrive Pamuk.


I libri: mi viene spesso da pensare che sono come piccole bombe a tempo. A volte, poderose, ti sconvolgono e cambiano subito il corso della tua vita. A volte invece sono solo petardi corti: un po' di rumore, e pochi secondi di allegria. Altre volte, sono fuochi d'artificio che non ti aspettavi proprio: ti divertono e lasciano un lieve odore di combusto nell'aria attorno a te, qualche ricordo di effervescenza e un po' di gioia nel cuore.

Ma con un libro qualcosa succede sempre, anche quando lo acquisti e te ne dimentichi mettendolo via. Prima o poi in casa tua qualcuno lo prenderà in mano, lo aprirà, e...

Vi siete mai chiesti quanti libri può contenere una casa? Tanti. Ne sanno qualcosa i bibliofili che posseggono pareti e pareti foderate di volumi antichi e pregiati, oppure particolarmente 'speciali' e di grande valore. Il caustico Carlo Dossi se l'era presa con una certa categoria di collezionisti che, a suo dire, acquistavano ma non volgevano pagina alcuna, e li paragonava agli «eunuchi di un harem». La forma di un libro dà sicuramente godimento, ma anche ciò che vi sta scritto conta, più per l'anima che dimora dentro che per il senso estetico. «Un libro deve essere l'ascia adatta al mare ghiacciato che c'è dentro di noi» aveva scritto Franz Kafka.

Io conosco un grande collezionista svizzero che tiene i suoi pezzi più rari in un caveau con porta blindata e a temperatura monitorata.

Forse questo tipo di collezionismo è eccessivo, ma non mi dispiace. Del resto, chi ama il vino d'annata fa altrettanto, ma un libro offre un sapore tutto suo a una serata e anche se, contrariamente a una bottiglia di vino, non si può condividere subito con gli amici, dura ben di più nella memoria. Comunque, guai a prestarlo! Nella mia biblioteca di casa, un cartoncino reca scritto, a monito d'ogni mio slancio di generosità, la seguente filastrocca: «Triste la sorte / dei libri prestati / spesso perduti / sempre danneggiati».

Al massimo, in caso di vivace entusiasmo, se ne può consigliare l'acquisto, oppure ancor meglio regalarne con molto affetto una copia. Oscar Wilde era però scettico: «Insegnare alla gente a leggere è un compito inutile e insieme arduo, perché capire e apprezzare la letteratura è questione di temperamento e non di insegnamento; non vi sono manuali che insegnino la via per il Parnaso, e non tutto quello che si può insegnare è degno di essere insegnato. Ma spiegare alla gente cosa non leggere è affare ben diverso, e io oso raccomandare questo come una missione».

Oscar Wilde finì in prigione, e si salvò l'anima con i pochi libri avuti a disposizione, scrivendo poi con il cuore esulcerato il suo testo più autentico che è La ballata del carcere di Reading, a riprova del fatto che anche scrivere è altamente terapeutico e deriva perlopiù da un innato talento e da anni di buone letture.

A spiegare alla gente cosa non si doveva leggere contribuì purtroppo in maniera molto drastica dapprima l'Inquisizione, in seguito l'esaltato Savonarola, e poi anche il signor Hitler, che considerava pericolosi e sovversivi libri su libri, tanto che ne fece allestire grandi roghi nelle piazze di tutta la Germania. Gli autori proibiti venivano ritirati dalla circolazione nelle biblioteche e depennati con inchiostro rosso dai cataloghi.

Nei roghi di libri del maggio 1933 vennero dati alla fiamme solo a Berlino ventimila volumi. Molti dei migliori scrittori di lingua tedesca dovettero scappare rifugiandosi all'estero. I Mann se ne andarono, e come loro Alfred Döblin , Franz Werfel , Joseph Roth , Bertolt Brecht e Anna Seghers.

Altri, come Walter Benjamin e Stefan Zweig, si suicidarono in esilio. Molti finirono nelle camere a gas.

Il loro tremendo reato era il pensiero 'diverso', e la loro infinita libertà di immaginare e di dire. Lo stesso è accaduto in Unione Sovietica ai tempi di Stalin, e in Cina ai tempi di Mao. Più di recente, nell'Afghanistan dei talebani, si sono rivisti grandi roghi di libri e di pellicole cinematografiche, di strumenti musicali e di dischi. Non si doveva pensare e nemmeno supporre realtà differenti dall'incubo obbligatorio che si era costretti a vivere. Attraverso la sofferenza di una dittatura si manipolano meglio le persone.

Nel romanzo fantascientifico di Ray Bradbury Fahrenheit 451, alcuni appassionati lettori salvano la cultura dai roghi mandando a memoria ciascuno un capolavoro. Diventano uomini-libro, prologo all'idea che ciascuno di noi, al di là dei volumi bruciati, è egli stesso un libro, un romanzo, un racconto buffo o tragico, un fotoromanzo o una poesia gentile. Le voci degli uomini sulla Terra sono un coro.

Dunque libri come veicoli di libertà. Libertà di inventare, di esprimersi, di disegnare la propria vita come una danza al passo delle stagioni e non come una marcia funebre verso una tomba aperta. Senza fantasia e senza speranza non si vive. I libri sono tante speranze, rilegate o cucite, bene – o a volte anche approssimativamente – scritte e, come tali, rimedi al mal di vivere migliori di molti farmaci in commercio.

Si può dire che in ogni casa, anche la più modesta, ci sia in qualche angolo uno stipo o un cassetto ricolmo di farmaci buoni per ogni malessere. Ma non è detto che ci debba essere per forza anche un pur modesto scaffalino di libri letti e conservati con amore. Le case desolate non ne hanno nemmeno uno, e sono quasi sempre quelle tristi e senz'anima che si vedono nei telegiornali, là dove avvengono i delitti. L'unica fonte di cura rimane allora la televisione. Ma sui poteri medicamentosi del tubo catodico personalmente nutro sinceri dubbi.

Il fatto è che noi esseri umani siamo formati, oltre che di carne e ossa, soprattutto di sensazioni, di ricordi e di sentimenti. Ed è proprio l'opera d'arte – soprattutto la lettura di un libro, dico io – a poter suscitare in noi connessioni magiche con ciò che sappiamo, immaginiamo e ricordiamo. Jonathan Cott ha scritto che la memoria è il luogo in cui passato e presente si toccano, ed è proprio questo contatto a fare scintille quando noi leggiamo delle storie che ci stimolano e ci assomigliano.

«Non in completo oblio, / e non in assoluta nudità, / ma trascinando nuvole di gloria / veniamo da Dio / che è la nostra casa». Così scriveva William Wordsworth nella sua Ode all'immortalità.

E «ricordati di ricordare» ammoniscono i dotti cabalisti ebrei, ma ricorda in particolar modo chi sei stato e chi sei adesso, e anche da dove vieni. Perché noi tutti ospitiamo senza saperlo parecchi antenati. Difatti pare che molte delle malattie nostre, reali o immaginarie, ci siano state trasmesse da loro, dagli avi, con molta leggerezza, come fossero compiti da risolvere, e non pesi gravosi che sovente finiscono per schiacciarci.

«Ogni uomo è un carrozzone sul quale viaggiano tutti i suoi antenati». Lo diceva Ralph Waldo Emerson.

Se un uomo decide di affrontare i propri fantasmi, può decidere di scendere a patti con alcuni di loro, i più molesti, ed esorcizzare parte delle proprie fobie. Merito di chi si è preso la briga di farne oggetto di ricerca, e di scrivere in proposito libri molto stimolanti. La biblioteca viennese dello studio di Sigmund Freud, oggi diventata parte della sua casa-museo in Berggasse 19, è ancora lì a testimoniarlo.

Le parole curano. Ben lo sapeva Herr Professor, ma anche gran parte dei pazienti dell'illustre psicoanalista ne erano pienamente consapevoli. I loro pronipoti acquistano oggi in edicola le sagge teorie del maestro che morì in esilio a Londra, anch'egli sfuggito al regime nazista che aveva mandato al rogo i suoi libri.

| << |  <  |