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| << | < | > | >> |IndiceVII Introduzione 3 Capitolo 1 Vita quotidiana 21 Capitolo 2 Credenze 31 Capitolo 3 Bambini 45 Capitolo 4 Animali 61 Capitolo 5 Strumenti 75 Capitolo 6 Credere 87 Capitolo 7 Falsità 103 Capitolo 8 Religione 123 Capitolo 9 Credenze paranormali 143 Capitolo 10 Salute 165 Capitolo 11 Morale 177 Capitolo 12 Scienza 191 Capitolo 13 Credibile? 195 Ringraziamenti 197 Riferimenti bibliografici 207 Indice dei nomi e delle opere |
| << | < | > | >> |Pagina VIIIntroduzioneHo iniziato a interessarmi alle credenze per diverse ragioni. In primo luogo, per capire perché i miei amici estranei al mondo scientifico hanno tante difficoltà a comprendere la scienza e perché esiste un forte movimento a essa contrario. Per me, che sono convinto che la scienza sia lo strumento migliore per capire come funziona il mondo, era un vero e proprio enigma. Il tentativo di risolverlo mi ha portato a considerare il fatto che la scienza ha avuto origine solo in Grecia e che la sua natura è assai poco naturale. In generale le persone non credono nel metodo scientifico e a questo è collegata la credenza in ciò che considero non credibile, dagli angeli agli alieni, alla levitazione e alla telepatia. Com'è possibile, mi domandavo, credere in fenomeni che a quanto pare non sono confermati da prove attendibili? Mi sembrava davvero irritante. E poi c'era la religione, un argomento che mi riguardava personalmente. Da bambino ero molto religioso, pregavo tutte le sere e di tanto in tanto chiedevo aiuto a Dio. Non sembrava di alcuna utilità e verso i 16 anni abbandonai tutto e da allora sono ateo. In seguito mio figlio Matthew, che alla fine dell'adolescenza aveva attraversato un periodo difficile, è stato evangelizzato ed è entrato a far parte della London Church of Christ. Si tratta 'di una chiesa cristiana fondamentalista, che interpreta la Bibbia alla lettera. Al contrario di quanto pensarono i miei amici, non fu sconvolgente, perché la chiesa aiutò davvero Matthew. Ma l'episodio che segue può dare un'idea dei nostri rapporti. Un giorno nel mio studio Matthew mi disse che invidiava molto la mia grande fortuna. Non essendo abituato a ricevere un commento così positivo da parte di uno dei miei figli, sorrisi raggiante e gli domandai perché m'invidiasse tanto. «Tu morirai tra poco, certamente prima di me», fu la risposta. Le sue parole mi scioccarono. Perché mai gli sembrava desiderabile? Voleva morire, scoprii, perché così sarebbe potuto andare — questo credeva fermamente — in Paradiso. Nella discussione, il suo punto di vista era del tutto razionale e la possibilità di togliersi la vita era esclusa dalle regole religiose. Seppur con riluttanza, fui costretto ad accettare la sua posizione. In seguito, raccontai l'accaduto a Jessica, sua sorella. Una settimana più tardi trovai un biglietto sulla mia scrivania: «Jessica dice che tu pensi di andare in Paradiso quando morirai. Dobbiamo parlare!». L'obiettivo che mi pongo in questo libro è cercare di comprendere che cos'è che determina le credenze delle persone riguardo agli eventi causali, pertanto mi concentrerò non sulle credenze etiche e morali, bensì su quelle causali. Un problema fondamentale è determinare che cosa distingue le credenze e il pensiero umani da quelli di altri animali e quale può essere stata la loro evoluzione. Darò pertanto un forte taglio biologico alla descrizione del funzionamento del nostro cervello, nel contesto di una prospettiva evoluzionistica. Non è mia intenzione denigrare le credenze altrui, anche se non le condivido. Forse non riuscirò sempre a realizzarla, dato che non sono religioso né credo in alcun modo in un mondo spirituale o in fenomeni paranormali. Le mie opinioni si basano sulla fiducia nel processo scientifico e sulla convinzione che ogni tesi debba essere suffragata da prove. È pertanto essenziale che sin dall'inizio io dichiari quali sono le mie credenze, anche se non cercherò di modificare il materiale raccolto in modo che si accordi a esse, né di convincere il lettore a farle sue. Confesso di essere un ateo materialista riduzionista. Sono uno scienziato e credo che la scienza sia lo strumento migliore per capire il mondo. Esamino la religione dal punto di vista di uno scienziato. Non sono a conoscenza di prove valide dell'esistenza di Dio. Non sono affatto ostile alla religione, a patto che non interferisca nella vita di altre persone e che non entri in conflitto con la scienza. Non credo in fenomeni paranormali come la comunicazione con i morti, la telepatia, la lettura della mente, i fantasmi, gli spiriti, la parapsicologia, la psicocinesi e la levitazione — molto semplicemente, non esiste alcuna prova a sostegno di questi fenomeni. Analogamente, considero con grande diffidenza le dichiarazioni di successo della medicina alternativa, dalla riflessologia all'omeopatia e alla guarigione spirituale, e in particolare della psicanalisi. Anche se in queste pagine non mi preme criticare o contestare chi crede in questi fenomeni, le mie opinioni verranno inevitabilmente a galla. Uno strumento che cercherò di utilizzare è la biologia evoluzionistica, poiché è un argomento che conosco bene, anche se soprattutto in relazione allo sviluppo degli embrioni. Qui la disciplina pertinente è soprattutto la psicologia evoluzionistica e sono consapevole che si tratta di un settore piuttosto controverso. Certe persone non desiderano credere che i geni determinano gran parte del nostro comportamento. Forse dovrebbero riflettere sugli animali inferiori, come le mosche che si posano con sicurezza sul bordo di un bicchiere senza alcun allenamento, e gli uccelli che costruiscono nidi portentosi. Sono i geni a costruire gli embrioni dai quali ci sviluppiamo diventando esseri umani completi e a determinare come funzionerà il nostro cervello. Sì, la cultura è importante, come la natura, ma le due interagiscono nell'ambito e sulla base di un sistema biologico molto complesso. Il concetto evoluzionistico fondamentale in relazione alla mente è l'adattatività, ovvero quei comportamenti, pensieri e credenze che aiutano noi esseri umani a sopravvivere meglio. I geni possono determinare varianti in questi processi e l'evoluzione selezionerà gli individui che sopravvivono meglio e quindi i loro geni. Il problema è identificare con precisione quali sono tali caratteristiche e come sono influenzate dai geni e, in secondo luogo, distinguerle da quelle che emergono dall'interazione con l'ambiente e l'apprendimento. Gran parte della biologia evoluzionistica che utilizzerò è simile, ahimè, alle storie "proprio così" di Kipling, come quella che narra come mai il cammello si ritrova la gobba. È molto difficile ottenere prove attendibili del fatto di avere torto o ragione. Tornare indietro nel tempo è impossibile, ma spero che questo libro, come quello di Kipling, sia interessante e divertente. Non m'illudo più di tanto di aver penetrato proficuamente la natura delle credenze, però spero di aver sollevato alcune questioni importanti, seppur controverse. Sarei sorpreso, e contrariato, se nessuna delle idee presentate provocasse una gran quantità di energici rifiuti, accompagnati da spiegazioni alternative. Per quanto riguarda il titolo, infine, è una citazione tratta da Attraverso lo specchio di Lewis Carroll. Quando Alice nega di poter credere in una cosa impossibile, la Regina Bianca le risponde: «Mi sembra che tu non abbia molta pratica. Alla tua età io mi esercitavo mezz'ora al giorno. Certe volte arrivavo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione». | << | < | > | >> |Pagina 3Capitolo 1
Vita quotidiana
Credere con passione in ciò che chiaramente non è vero (...) è la principale
occupazione dell'umanità.
HENRY LOUIS MENCKEN
La vita di tutti i giorni è piena di credenze causali riguardo a eventi che non corrispondono alle nostre aspettative — perché i bambini non sono ancora tornati da scuola, perché l'auto non parte, perché il tempo è così brutto, perché ci siamo ammalati. Gli esseri umani hanno un bisogno primario di avere credenze che spiegano eventi importanti della vita ed esse possono essere assolutamente sensate e razionali. Tutti abbiamo credenze su come funziona il mondo quotidiano: ne voglio esplorare innanzitutto alcune comuni e assai semplici, come quelle collegate a rischi di vario genere, esaminando in particolare le cause strane in cui crediamo e le ragioni per cui queste credenze sono tanto persistenti. La mia analisi si concentra soprattutto sulla cultura occidentale. In questa fase non mi occupo di credenze più complesse quali quelle legate alla religione, al paranormale o alla salute, che saranno considerate più avanti, ma va detto che sono coinvolti molti principi simili e che i confini possono essere piuttosto sfumati. Esiste un valido motivo per spiegare in termini causali qualunque fenomeno ci riguardi, un radicato bisogno di organizzare il mondo dal punto di vista cognitivo — tanto il mondo esterno quanto interiore del singolo individuo. È possibile che quest'imperativo cognitivo — e il meccanismo che utilizza, chiamato "generatore di credenze" — si sia evoluto perché essenziale per la sopravvivenza umana, e perché estremamente utile per attività quali la ricerca del cibo e la fabbricazione di strumenti, o per evitare il pericolo, diventando poi istintivo. Nell'ambito di uno studio che ha esaminato un gruppo di persone all'indomani di un terremoto, si è domandato ai soggetti quale fosse la prima cosa che avevano fatto quando si erano accorti della scossa. Quasi tutti come prima cosa hanno raccontato di essersi domandati che cosa fosse accaduto e perché. Il generatore di credenze è stato molto utile all'umanità e, come vedremo, ci ha fruttato la tecnologia. L'antropologo Clifford Geertz ha fatto notare che non si è considerato con la giusta attenzione che cosa sia il buon senso. Geertz traccia una distinzione tra la nostra percezione della realtà e la saggezza concreta di tutti i giorni. Quando si fa riferimento al buon senso, s'intende che consiste nel giudicare il mondo in maniera ragionevole ed efficace, per affrontare i problemi della vita quotidiana. Se un individuo è privo di buon senso, non significa che non riesca a capire che la pioggia bagna o che il fuoco brucia, piuttosto che non prenda le ragionevoli precauzioni per evitare di bagnarsi o bruciarsi. Per gli Zande dell'Africa centrale, come vedremo, è quando manca una spiegazione di buon senso che ci si appella alla stregoneria. Una caratteristica diffusa delle credenze è che gli esseri umani, quando esaminano le prove riguardanti una certa credenza, tendono a vedere quel che si aspettano di vedere e a trarre le conclusioni che si aspettano di trarre. Critichiamo le informazioni solo quando sono chiaramente incompatibili con le nostre credenze e anche in questo caso non è affatto detto che cambiamo idea. Per di più, ricordiamo e citiamo le informazioni e gli eventi che rappresentano una conferma molto più precisamente di quelli che contraddicono ciò che riteniamo vero. «L'uomo preferisce credere ciò che preferisce sia vero», scrisse Francis Bacon. | << | < | > | >> |Pagina 16Oggi le credenze superstiziose più comuni sono che porta sfortuna passare sotto una scala, rompere uno specchio, versare il sale o aprire un ombrello in casa. Negli USA, quasi la metà degli adulti intervistati "tocca ferro" ed evita di passare sotto una scala. L'origine della sfortuna associata ai venerdì 13 è tutt'altro che chiara. Nella cultura inglese, il primo riferimento risale solo al 1913 e secondo alcuni è collegato a eventi biblici quali il numero dei commensali dell'Ultima cena e il venerdì della crocifissione di Cristo. Napoleone, Churchill e Franklin Roosevelt ne avevano paura e in effetti in tale data annullavano qualsiasi appuntamento. I giocatori di dadi parlano ai dadi, ci soffiano sopra e li accostano all'orecchio. Mio padre credeva di avere sempre brutte carte a bridge e molti evitavano di giocare in coppia con lui. Abbiamo tutti la tendenza ad attribuire eventi inesplicabili a qualche genere di causa misteriosa, come la sfortuna o, scherzosamente, la presenza di folletti dispettosi, i gremlin.I gremlin sono un buon esempio del valore di tali credenze. Nella Seconda guerra mondiale, gli equipaggi della Royal Air Force attribuivano i guasti meccanici ai gremlin. In parte era scherzoso, ma in effetti scaricava la colpa dagli addetti alla manutenzione e inoltre, cosa molto importante, accusare i gremlin di cercare di sconfiggerli promuoveva la solidarietà. Consideriamo anche tutte le credenze degli sportivi su ciò che devono o non devono fare prima di una partita. Nel baseball esiste ogni sorta di superstizione, che influenza i battitori più che gli esterni. Gli attori dicono "In bocca al lupo!" per augurare fortuna ai loro colleghi prima di uno spettacolo. Michael Crichton, l'autore di Jurassic Park, quando scrive un romanzo si obbliga a mangiare sempre gli stessi cibi a pranzo. Un giorno uno scienziato visitò gli uffici di Niels Bohr, il grande fisico danese vincitore del premio Nobel, e si stupì di vedere un ferro di cavallo appeso sulla parete dietro alla sua scrivania. «Certamente lei non crede che un ferro di cavallo le porterà fortuna, non è vero professor Bohr?», domandò il visitatore. Bohr rispose: «Non credo una cosa simile, mio caro amico. Non la credo affatto. Sono poco propenso a credere a una tale sciocchezza ridicola. Però mi hanno detto che un ferro di cavallo porta fortuna che uno ci creda o meno! Come si fa a contrastare una tale logica?». Abbiamo forti credenze riguardo a certi eventi importanti della nostra vita, ma quanto sono attendibili i nostri ricordi? Quando una persona ha un'esperienza oltremodo importante o sconvolgente, il ricordo dell'evento non viene registrato come un video: il processo è molto più complicato - viene considerato e messo da parte solo qualche pezzetto qua e là. Più tardi, raccontando l'esperienza vissuta, questi pezzi vengono messi insieme per formare una storia. In verità con la suggestione è piuttosto facile provocare falsi ricordi, che possono essere collegati al fenomeno della confabulazione. Tutto ciò ha importanti conseguenze per valutare le dichiarazioni rese da testimoni oculari di crimini violenti. Alcuni studi hanno dimostrato che i bambini e gli adolescenti possono essere indotti a ricordare l'esperienza di essersi persi in un centro commerciale da piccoli, anche se l'episodio non è mai accaduto. Nel corso del tempo, questi ricordi diventano più vividi e somigliano a quelli "rimossi" di un trauma riportato alla luce dalla psicoterapia. Di fatto, le tecniche usate dai terapeuti per disseppellire i ricordi di un abuso subito a pochi anni d'età si possono usare anche per creare falsi ricordi. In un esperimento condotto in Italia, ad alcuni studenti che non credevano alla possibilità della possessione demoniaca furono fatti leggere degli articoli che la giudicavano plausibile e non rara. Nella seconda parte dell'esperimento, i soggetti dovevano rispondere a una serie di domande sulla paura e l'ansia; ad alcuni venne detto, senza motivo, che il particolare insieme di paure che avevano citato indicava che probabilmente da bambini erano stati testimoni di una possessione demoniaca. In un'intervista successiva, quasi un quinto di questo gruppo indicò di essere stato testimone di un caso di questo tipo. Anche alcuni dell'altro gruppo manifestarono di essere più propensi a credere nella plausibilità della possessione demoniaca. In un altro esperimento, ad alcuni studenti del MIT si è fatta leggere la biografia di un professore in visita. La biografia aveva due versioni: in una l'oratore veniva descritto come un individuo freddo e riservato, mentre nell'altra era lodato per la sua vivacità. Dopo la conferenza, gli studenti hanno valutato la prestazione e il carattere del professore sulla falsariga della descrizione che avevano letto il giorno precedente. Un'altra caratteristica piuttosto generale è che siamo troppo sicuri della correttezza dei nostri giudizi. In un classico esperimento di Solomon Asch, ai soggetti veniva mostrata una linea e poi veniva domandato quale fra altre tre linee era della stessa lunghezza. A tutti i soggetti meno uno era stato detto di scegliere una linea sbagliata e quasi tutti rispondevano prima che l'unico vero soggetto facesse la sua scelta. In molti casi, tale persona sceglieva la linea sbagliata e non quella corretta come suggeriva la propria osservazione. È molto difficile modificare le credenze di qualcuno e tutti cerchiamo conferme e non dimostrazioni della falsità delle nostre. In un esperimento, i due gruppi di soggetti erano studenti favorevoli o contrari alla pena capitale; dopo aver letto i risultati di studi recenti, di cui uno confermava le loro credenze, mentre gli altri le mettevano in dubbio, gli studenti di entrambi i gruppi accettarono prontamente solo lo studio che le avvallava. In un altro esperimento, ai partecipanti venne raccontata una storia che suggeriva che un individuo disposto a rischiare era un bravo pompiere, mentre un suo collega molto più prudente era mediocre nel suo lavoro. Data quest'informazione, il gruppo concludeva che gli individui disposti ad assumersi rischi erano pompieri migliori. Anche quando venivano a sapere che la storia era inventata, nessuno cambiava opinione. In un terzo esperimento, un illusionista realizzava falsi effetti paranormali di fronte a un gruppo di studenti. Subito dopo, alla domanda se il mago avesse poteri paranormali, due soggetti su tre rispondevano di sì. A quel punto venivano informati del fatto che era solo un bravo illusionista, che aveva realizzato un trucco e non aveva poteri paranormali. Ma metà degli studenti continuava a credere che li avesse realmente. Una volta formate, le credenze tendono a persistere e sono molto difficili da modificare. Freud ne ha dato una descrizione magnifica: «Dapprima è stato solo in via provvisoria che ho presentato le concezioni da me sviluppate, ma nel corso del tempo me ne sono talmente convinto che non posso più pensare in altri modi». Ma perché è così arduo perdere, modificare o abbandonare le nostre credenze? Penso che possa esistere una spiegazione evoluzionistica: agli inizi dell'evoluzione umana se le credenze che salvavano la vita non fossero state salde sarebbe stato dannoso. Andando a caccia o fabbricando strumenti, per esempio, sarebbe stato un grave svantaggio cambiare continuamente opinione. E lo sarebbe stato ancora di più in situazioni di pericolo, essendo necessario perseguire una certa linea di condotta per ottenere la salvezza. Se un individuo credeva che le rocce instabili fossero pericolose, sarebbe stato saggio continuare a crederlo. Molte credenze attuali non sono questioni di vita o di morte, e quindi nella maggior parte dei casi possiamo nutrire ogni sorta di credenze e usare liberamente le prove che portiamo a loro sostegno, quale che sia la loro provenienza. Ciò potrebbe rendere conto dell'ampia gamma di credenze causali dell'umanità. Esse, come cercherò di dimostrare, ebbero origine nell'evoluzione in relazione all'uso di strumenti, ma con l'evoluzione culturale si sono evolute in modi assai interessanti e non facilmente comprensibili. La libertà di avere una credenza è molto importante, ma porta con sé l'obbligo di esaminare con cura le prove a suo favore. Ora esploreremo qual è l'origine evoluzionistica delle credenze causali umane, l'origine di quelle religiose e circa i fenomeni paranormali e la salute e, infine, qual è la particolare natura delle credenze scientifiche. | << | < | > | >> |Pagina 103Capitolo 8
Religione
Poiché se [...] crederai con il tuo cuore che Dio lo ha resuscitato dai
morti, sarai salvo.
SACRA BIBBIA, LETTERA AI ROMANI, 10:9
La parola "credenza" viene comunemente associata alla religione. Per molti, sono due concetti quasi indistinguibili. Le credenze religiose sono universali, complesse e variabili e comprendere quali siano le loro origini e come si acquisiscono e si modificano è un problema piuttosto arduo. La mia tesi è che tutte ebbero origine nell'evoluzione delle credenze causali, che a sua volta ebbe origine nell'uso di strumenti. Una volta nate le credenze causali, fu naturale che le persone s'interrogassero sulla vita e sulla morte. Poiché la capacità mentale che porta alle credenze causali si sviluppò dai nostri antenati primati ed è in gran parte determinata dalla costruzione da parte dei nostri geni dei circuiti neurali necessari, ci si deve domandare se anche la religione stia in parte nei nostri geni. Un altro interrogativo è se le credenze religiose nel sovrannaturale abbiano qualche relazione con i meccanismi che generano le idee deliranti e le allucinazioni quali quelle discusse nel capitolo precedente. Il mio approccio si svilupperà in tre punti: innanzitutto cercherò di capire perché esistono le credenze religiose e che cosa ne determini il carattere particolare, ossia il legame con forze sovrannaturali; in secondo luogo, analizzerò la religione in termini evolutivi, in particolare i possibili vantaggi che offre rispetto alla salute e alla vita sociale; infine, com'è ovvio, valuterò se le credenze religiose possano avere una componente genetica. Sono perfettamente consapevole che la mia analisi è speculativa e che spesso le prove a favore della mia tesi sono deboli.
Consideriamo in primo luogo lo stile di vita dei primi esseri
umani: erano cacciatori-raccoglitori, quindi l'attività di gruppo e l'uso di
strumenti erano molto importanti. Una proposta fondamentale
che desidero avanzare è che una volta sviluppate le credenze causali
in relazione agli strumenti, e una volta sviluppato il linguaggio, fu
inevitabile che le persone desiderassero comprendere le cause di tutti gli
eventi che influenzavano la loro vita, dalla malattia ai cambiamenti climatici,
alla morte stessa. Una volta nato il concetto di causa
ed effetto, l'ignoranza smise di essere una beatitudine e questo potrebbe aver
portato alle credenze religiose. Le persone volevano sapere che cosa provocava
gli eventi importanti della vita, che cosa sarebbe successo in futuro e come
avrebbero dovuto agire. L'incertezza riguardo ai problemi più importanti della
vita era intollerabile allora esattamente come lo è oggi. Le sensazioni di
paura, delle malattie e di altri pericoli come l'inedia, andavano superate.
Jacques Monod
I nostri antenati volevano conoscere anzitutto le cause degli eventi "maligni" e incomprensibili. L'unico agente causativo di cui i nostri antenati erano certi erano le azioni proprie e altrui, in particolare quelle apprese fabbricando strumenti e modificando l'ambiente. Sono il più chiaro esempio di cause che si conosca e illustrano bene come la rappresentatività possa plasmare ciò che crediamo. È possibile che tali credenze fossero sostenute da idee deliranti e da sogni riguardanti esseri umani sconosciuti. Non deve sorprendere perciò che gran parte delle risposte agli interrogativi causali dei nostri antenati fossero forze potenti che assumevano sembianze quasi umane. Molte religioni credono in una divinità che è simile a una persona priva di un corpo normale: libera, eterna, onnisciente e capace di fare qualsiasi cosa. Questa divinità è giustamente oggetto di venerazione e può riportare il mondo alla normalità eliminando il male. Un certo numero di credi religiosi presenta forti somiglianze riguardo all'idea della creazione, così come delle cause fisiche. Il concetto fondamentale è che il mondo non solo è stato creato da un essere divino, ma viene continuamente conservato e trasformato. Per esempio, la vita stessa è stata creata da una o più divinità, come il resto dell'universo. Le religioni sono così numerose e le differenze nei dettagli delle loro credenze sono talmente grandi che si possono contraddire l'una con l'altra. In questo senso, la maggior parte delle religioni deve avere credenze sbagliate, anche se molti adducono argomenti a favore della validità di una certa religione rispetto a tutte le altre. Durante una cena in un college di Cambridge, l'antropologo Pascal Boyer raccontò agli altri commensali che il popolo africano dei Fang crede nell'esistenza di streghe dotate di un organo interno che di notte può alzarsi in volo e distruggere i raccolti. Molti Fang sostengono che qualcuno, di solito un amico di un amico, ha visto con i propri occhi le streghe volare. Dopo aver ascoltato il racconto, un eminente teologo cattolico domandò come si potessero spiegare credenze tanto assurde. Dal canto loro i Fang, come sapeva Boyer, sono assolutamente sconcertati dal cristianesimo, in particolare dalla Trinità e dalla credenza che tutte le disgrazie siano dovute al fatto che due antenati mangiarono un certo frutto. La religione può quindi essere considerata come uno dei mezzi principali per dare significato e valore alle difficoltà della vita quotidiana. La religione è pratica, poiché quasi sempre implica un'interazione con qualche essere soprannaturale e la possibilità di riceverne aiuto. Tutte le religioni hanno qualche credenza riguardo alla morte e al destino dei morti, che può essere rassicurante per i vivi. La religione si può anche considerare come una tradizione trasmessa attraverso l'insegnamento, la cui caratteristica fondamentale è la capacità di aiutare le persone ad affrontare i problemi della vita e che al contempo agevola la cooperazione sociale e fornisce un senso d'identità. Gli ebrei, per esempio, credono di essere il popolo eletto. Le credenze religiose offrono risposte a interrogativi difficili e possono dare ordine e significato alle situazioni anche in mancanza di una spiegazione. La religione spiega le cause degli eventi maligni e ciò contribuisce a mantenere l'osservanza religiosa. Per il credente musulmano, il Corano è il testo supremo della rivelazione divina che deriva dall'Onnipotente e rivela la parola eterna di Dio. | << | < | > | >> |Pagina 120Si può dire che la credenza religiosa abbia una componente genetica? Lo studio sui gemelli del Minnesota in effetti ha rilevato che vi è un'influenza genetica sullo sviluppo di credenze religiose da parte di un individuo. L'ereditarietà era intorno al 50%, quindi si tratta di una componente genetica significativa. Quasi tutte le culture credono in un mondo spirituale che comprende una divinità che controlla forze potenti e a cui si possono rivolgere le preghiere. La predisposizione alla credenza religiosa è essa stessa una forza complessa e potente e con tutta probabilità è una parte essenziale e inestirpabile della natura umana. Va citata a questo proposito l'importante osservazione di Carl Jung che non solo tutte le culture possiedono credenze mitologiche, ma che esse presentano una notevole somiglianza. Jung ne concluse che devono essere intrinseche alla mente umana e le definì «inconscio collettivo»: un primo caso a favore della tesi di una determinazione genetica di tali credenze.I motivi principali per cui sono convinto che le credenze religiose siano state adattative sono due: fornivano una spiegazione di eventi importanti e offrivano la preghiera come mezzo per affrontare le difficoltà. Le persone che avevano queste credenze molto probabilmente se la cavavano meglio, quindi erano selezionate. Come sostengo in queste pagine, il cervello umano ha una naturale tendenza a formulare spiegazioni coerenti e ragionevoli di eventi importanti, quindi è molto probabile che in una certa misura le credenze religiose siano determinate geneticamente. Sono collegate al nostro bisogno di ricercare credenze causali e la nostra mente è modellata in larga misura da geni che specificano il modo di funzionare del cervello. Vi è uno stretto collegamento tra evoluzione genetica e storia della cultura e questo ha creato molte società umane con credenze religiose. La religione, quindi, potrebbe affondare le sue radici nella biologia. Gli autori di alcuni studi, in cui si è utilizzata una gran varietà di tecniche di imaging cerebrale, sostengono addirittura che l'esperienza spirituale e religiosa è collegata all'attività di specifiche regioni del cervello. La tesi di uno dei modelli è che l'attivazione del sistema nervoso autonomo — che non è direttamente sotto il nostro controllo e che governa il ritmo cardiaco e il flusso sanguigno — agisce sulle regioni del cervello che sono responsabili dell'esperienza mentale, come i lobi temporali. Si ritiene che siano questi lobi a modulare le sensazioni e le emozioni. Il dato che indica un loro coinvolgimento nell'esperienza religiosa è il fatto che l'epilessia ha origine proprio nei lobi temporali, che sono associati alle conversioni religiose improvvise. Gli autori di questo studio ipotizzano che le visioni di Santa Teresa potessero essere associate a un'epilessia dei lobi temporali. | << | < | > | >> |Pagina 123Capitolo 9
Credenze paranormali
Infatti l'uomo crede più facilmente ciò che desidera sia vero.
FRANCIS BACON, 1561-1626
Moltissime persone hanno credenze paranormali anche se c'è chi sostiene, fermamente, che sono false. Sono credenze di vario genere, però hanno tutte in comune la proprietà di essere in conflitto con la conoscenza scientifica, oltre a essere in contraddizione con la nostra esperienza quotidiana delle cause, e hanno tutte qualcosa di misterioso. Ma il punto più importante, dato che fanno appello a forze e cause estranee tanto all'esperienza ordinaria quanto alla scienza, è che offrono nuovi poteri a chi vi crede. Tra gli esempi, troviamo la credenza che sia possibile entrare in contatto con i morti, che l'ipnosi permetta di accedere alle proprie vite precedenti, che l'astrologia possa fornire informazioni utili sul futuro, che le tecniche di guarigione spirituale possano funzionare nei casi in cui la medicina tradizionale è impotente, che si possa trasferire il pensiero mediante la telepatia, che esistano gli angeli e gli spettri, come anche i mostri e gli alieni, che sia possibile leggere nel pensiero, che esistano gli spiriti e che siano capaci di far muovere gli oggetti, e persino che sia possibile la levitazione. Non è irragionevole, inoltre, giudicare paranormali certe credenze religiose – consideriamo i miracoli di Cristo, il fatto che sia resuscitato e la presunta efficacia della preghiera. In parte, le credenze paranormali potrebbero derivare dal tentativo di interpretare eventi che non sembrano avere una spiegazione semplice, associato all'inclinazione a invocare cause e forze misteriose. Come si è visto, il nostro cervello contiene un generatore di credenze, che può produrne alcune che hanno poco a che fare con la realtà effettiva. Gran parte delle nostre credenze non si basa su prove che abbiamo vagliato, ma sulle affermazioni di "fonti autorevoli" o su qualcosa di straordinario di cui forse ha fatto esperienza un singolo individuo – in ogni caso, qualcosa di poco chiaro. Spesso si dà un'importanza eccessiva alle coincidenze, come quando suona il telefono e si sa già chi è, e così molti le interpretano come dimostrazioni della telepatia. Alcune credenze che riguardano forze, cause e fenomeni sono impossibili da convalidare riproducendo gli esperimenti, però dischiudono nuove possibilità. In generale, inoltre, non si comprende né la scienza né come vanno giudicati i risultati relativi a cause che sono in contrasto con la scienza. Ne La Repubblica, Socrate suggerì la possibilità che un sovrano introducesse un mito per dare sostegno alla propria posizione — l'idea, per esempio, che egli fosse fatto d'oro, a differenza delle masse, fatte di ferro. La gente gli avrebbe creduto? Secondo Socrate, forse non subito, ma molto probabilmente le generazioni a venire avrebbero dato credito al mito. Per capire perché la mente sembra programmata per nutrire credenze misteriose e paranormali, forse collegate alla religione, è importante anche ricordare i risultati relativi alle credenze false — basti pensare a quelle strane che possono generare le droghe psichedeliche. Schumaker, che ha introdotto il concetto di «imperativo della credenza paranormale», sostiene che siamo soprattutto creature autoipnotiche, e che gli esseri umani sono «un fenomeno credente, che per poter vivere deve credere». Secondo altri studiosi, la piena comprensione della condizione umana condurrebbe alla follia e le credenze paranormali possono contribuire a mitigare lo stress che ne deriva, in particolare la credenza che viviamo in un dominio più ampio e più duraturo della mera esistenza quotidiana. Per molti, inoltre, la scienza è inaccessibile e insoddisfacente. | << | < | > | >> |Pagina 132Esiste una correlazione tra la credenza nei fenomeni paranormali e la capacità di vedere schemi e strutture dove non ve ne sono, come in un insieme casuale di punti. Questa credenza è correlata anche con la capacità di fantasticare e con quella di vivere un'esperienza insolita astraendosi da tutto. Un fattore importante è un evento traumatico vissuto nell'infanzia, come un'estrema solitudine o una violenza sessuale. Usare l'immaginazione potrebbe rappresentare la salvezza da un livello molto alto di tensione. Potrebbe anche indurre a credere che esiste un mondo che i bambini sono in grado di controllare. In effetti, l'idea del controllo potrebbe essere fondamentale nelle credenze paranormali. Sono credenze che possono offrire un quadro di riferimento cognitivo in cui gli eventi della vita diventano comprensibili e quindi dominabili. L'esperienza personale rappresenta una base molto forte per credere in un qualsiasi fenomeno paranormale. Ma sembra anche che esista un potente desiderio di credere in tali fenomeni, che, come ho proposto in relazione alle false credenze, potrebbe essere programmato nel nostro cervello. Le credenze paranormali sono molto difficili da modificare.Circa il 30% degli americani crede nei fantasmi, il 70% negli angeli e almeno il 10% sostiene di avere visto, o di essere entrato in contatto, con uno spirito. Tra queste esperienze non vengono segnalate solo apparizioni di spiriti, ma anche odori insoliti e la forte sensazione della presenza di qualcuno o di qualcosa. Inoltre, il 25% sostiene di aver avuto un'esperienza telepatica e l'11% di aver visto un disco volante. All'incirca il 50% della popolazione crede nella percezione extrasensoriale (ESP) e molti adulti statunitensi ne hanno avuto un'esperienza personale. | << | < | > | >> |Pagina 143Capitolo 10
Salute
Se una persona è malandata, viene sottoposta a un trattamento affinché stia
meglio e poi si riprende, ma non c'è ragionamento noto alla scienza medica
che possa convincerla che forse non è stata la cura a rimetterla in salute.
PETER MEDAWAR
La malattia fornisce un esempio fondamentale dell'esigenza umana di trovare una spiegazione causale dei problemi gravi e di individuare una soluzione: non conoscere la causa di una malattia o non sapere come curarla è intollerabile. Si crede sempre qualcosa riguardo ai motivi per cui qualcuno si è ammalato e poi si è ripreso. Probabilmente fu uno dei primi tipi di cause che i nostri lontani antenati cercarono di spiegare. La malattia non solo produce stress e dolore e a volte la morte, ma è anche un pesante svantaggio evolutivo. Non sorprende, quindi, che spesso le credenze circa la salute e la malattia siano legate a convinzioni religiose. Affrontare la malattia è stato probabilmente uno dei motivi delle origini della religione: è molto comune fare appello a cause misteriose e soprannaturali. Poiché la medicina scientifica è un soggetto piuttosto recente, le più antiche credenze in merito alla malattia e alla salute in generale erano molto inattendibili. Come nella religione, in ogni parte del mondo si credeva che le malattie fossero dovute ad agenti dalle sembianze umane, come le streghe, e da incantesimi maligni lanciati dal nemico e che queste fossero le uniche cause di cui gli esseri umani potevano essere certi. Comprendere la malattia era un'impresa ardua; anche oggi, peraltro, la maggioranza delle spiegazioni scientifiche della medicina sono contrarie al buon senso. | << | < | > | >> |Pagina 152I valori possono influenzare la definizione della salute e della malattia, come si può vedere considerando come si concepiva la malattia mentale in America nell'Ottocento. Certi medici affermavano con tutta la loro autorità che le donne che provavano piacere nei rapporti sessuali, o che indulgevano alla masturbazione, erano afflitte da varie forme di malattia mentale, oltre che da problemi fisici. Esistevano malattie che colpivano solo i neri: una era la "drapetomania", ovvero l'incontenibile desiderio di scappare manifestato dagli schiavi.Anche le immagini del proprio corpo e le credenze che lo riguardano possono influenzare ciò che si crede circa la salute e la malattia. Le persone di ogni cultura hanno quanto meno un certo senso intuitivo di sé, del fatto di essere distinte dagli altri esseri umani. Un punto cruciale, tuttavia, è la variabilità delle credenze su come le diverse parti del corpo, ad esempio la mente e il cuore, sono collegate le une alle altre, oltre che alla società. Ogni cultura attribuisce un significato particolare a certi organi. I francesi, gli spagnoli e i portoghesi ritengono che il fegato sia responsabile di molte malattie, mentre gli inglesi e i tedeschi considerano in maniera simile l'intestino. Nella biomedicina occidentale, l'originaria separazione tra mente e corpo, operata da Cartesio, permette lo studio scientifico del funzionamento del corpo nella salute e nella malattia. Ma in alcune culture non occidentali l'olismo e il monismo danno rilievo al fatto che tutto è collegato. In alcune culture vi è il concetto di un tutto armonico e ogni cosa nell'universo fa parte di una sola unità e come tale va interpretata. Uno dei concetti olistici è la cosmologia cinese basata sullo Yin e lo Yang, secondo la quale tutto, compreso il corpo umano, è in uno stato di equilibrio dinamico che oscilla tra opposti quali il maschile e il femminile, il caldo e il freddo, lo Yin e lo Yang. In Giappone, l'eredità confuciana è ancora viva e l'unità fondamentale è la famiglia, non l'individuo. Secondo alcuni studiosi, i Gahuku-Gama della Nuova Guinea non hanno un concetto del sé personale, poiché l'identità sociale e quella personale sono indistinguibili. In maniera analoga, altre culture interpretano l'individuo soltanto in funzione delle relazioni sociali. Gli indiani Cuna di Panama credono di avere otto sé, ciascuno dei quali è associato a una diversa parte del corpo. Queste spiegazioni sono molto diverse dalle teorie della causalità naturale, per cui la malattia insorge quando qualcosa non va nell'attività normale del corpo, come quando ad esempio vi è un'infestazione di vermi. Ciò nondimeno, quel che colpisce di quest'ampia gamma di credenze è il fatto che cercano tutte di fornire un insieme di idee comprensibili e coerenti, sebbene i meccanismi non siano noti. Causa ed effetto sono chiari, anche se i meccanismi non lo sono. Le credenze religiose possono avere un'influenza considerevole sulla salute, poiché si crede che le divinità esercitino una forza potente. Milioni di persone si sono recate in pellegrinaggio in luoghi sacri come Lourdes alla ricerca della guarigione e anche per altre religioni esistono luoghi di guarigione, come Gerusalemme per gli ebrei e La Mecca per i musulmani. La Chiesa cattolica ha riconosciuto come autentiche soltanto una sessantina di guarigioni dei pellegrini di Lourdes, ma la religione potrebbe avere un effetto psicologico notevole. Diversi studi hanno mostrato che circa il 50% (le percentuali vanno dal 30 all'80%) dei sintomi fisici privi di una base organica ovvia dei pazienti che si rivolgono a un medico potrebbe essere dovuta alla somatizzazione, il processo per cui la mente influenza le funzioni del corpo, spesso a causa della depressione. La stretta relazione tra stress psicologico e sintomi somatici suggerisce che le credenze religiose potrebbero effettivamente migliorare la situazione riducendo lo stress. Le credenze religiose e il comportamento sono inversamente correlate a numerosi fattori di rischio per le malattie cardiache. La pressione sanguigna bassa, per esempio, ha un'associazione positiva con la fede religiosa. Negli USA, il tasso di mortalità per malattie cardiache tra i mormoni è inferiore all'incirca del 30% rispetto a quello della popolazione generale. Alcuni studi, inoltre, mostrano che la malattia mentale è meno diffusa nei gruppi religiosi. Un medico americano di Harvard è stato talmente colpito dalle ricerche che attestano in quale misura i nostri corpi sono programmati per credere e sono rafforzati dalla preghiera da iniziare a credere in Dio. | << | < | > | >> |Pagina 157Moltissime persone usano terapie alternative e non ortodosse quando sono malate. In Gran Bretagna, esistono all'incirca 50 000 professionisti che praticano la medicina alternativa — detta anche "medicina complementare", espressione che gode di maggior favore. Circa un terzo della popolazione si avvale dei loro servizi. Anche molti medici generici offrono ai loro pazienti cure di medicina complementare. Perché sono tanto popolari quando per la maggior parte sono in completo disaccordo non solo con la pratica medica ortodossa, ma anche con la fisica, la chimica e la biologia?È necessario operare una distinzione nella trentina di discipline diverse che compongono la medicina complementare, o alternativa, specie in relazione alle prove della loro efficacia. L'osteopatia e la chiropratica, che comportano la manipolazione del paziente, vantano benefici comprovati, anche se l'American Chiropractic Association attribuisce quasi tutte le malattie a problemi del sistema nervoso causati dalle vertebre della spina dorsale — la manipolazione della spina dorsale è quindi un trattamento comune. Vi è anche qualche prova a favore dell'utilità dei rimedi erboristici e dell'agopuntura. Ma la terapia dei cristalli, che sostiene che alcuni tipi di pietre semipreziose hanno proprietà terapeutiche, sfida i principi della fisica. Anche l'iridologia e la riflessologia, che sostengono di poter diagnosticare varie malattie grazie all'esame dell'iride e dei piedi, non hanno nessun fondamento scientifico e mancano di prove a sostegno. L'aromaterapia si basa sulle proprietà curative degli oli essenziali, che si suppone rappresentino lo spirito della pianta da cui sono stati estratti. In un certo senso, l'omeopatia è collegata con la medicina olistica, che rifiuta, o minimizza, quelle che vengono giudicate le basi materialistiche e riduzionistiche della medicina moderna, che dà rilievo alle cellule, alle molecole e alla chimica. Per gli olisti, le cause e le cure delle malattie sono fattori psicologici e anche spirituali. L'olismo dà rilievo alla persona nella sua interezza, il che potrebbe avere alcuni vantaggi, e incoraggia la pratica delle meditazione e dell'immaginazione positiva. Nell'omeopatia si crede che, assumendo una quantità minore della sostanza, l'effetto sia maggiore. Tale credenza è in contrasto con tutto ciò che sappiamo del mondo naturale. | << | < | > | >> |Pagina 159Per ragioni difficili da comprendere, vari gruppi e individui sono contrari all'uso degli antidepressivi e c'è chi vuole convincere il pubblico che sono pericolosi e anche che portano alla dipendenza. Gli antidepressivi hanno aiutato parecchie migliaia di persone e hanno salvato molte vite. Forse quest'atteggiamento riflette l'ostilità nei confronti dell'industria farmaceutica e anche la credenza che la malattia mentale sia causata da fattori psicosociali e non biologici. Molto spesso alle cure mediche si preferiscono i rimedi naturali. Anche il Nuffield Council on Bioethics, in un rapporto sulla base genetica della malattia mentale, afferma che in realtà non si può sostenere che la genetica sia una causa primaria, distinta dalle influenze ambientali, e sostiene fermamente che il paziente va considerato nel suo complesso. Queste considerazioni ignorano le prove schiaccianti del fatto che i geni hanno un ruolo fondamentale nella malattia mentale.I pazienti psichiatrici di un ospedale universitario statunitense hanno suggerito come possibili cause non mediche della malattia anche la "volontà di Dio", una fattura o il malocchio. La psicanalisi e le concezioni freudiane dell'inconscio costituiscono un insieme analogo di credenze che a mio giudizio si possono inserire senza difficoltà nella categoria delle credenze paranormali. Qui l'energia compare sotto forma di energia psichica, la cui esistenza è confortata da poche prove esattamente come nel caso del qi. L'obiettivo di Freud era integrare la psicanalisi nelle scienze naturali, ma è andata altrimenti e le spiegazioni freudiane, per quanto riguarda il modo in cui cercano di affrontare la malattia mentale, sembrano decisamente più simili a credenze legate alla stregoneria. Tuttavia in Occidente i concetti di rimozione e di libido e il complesso di Edipo sono usati spesso e da molti come spiegazioni causali del comportamento, normale e anormale, delle persone. Non è strano, e vicino al paranormale, credere che esistano tre processi mentali simili a individui distinti — l'Io, il Super Io e l'Es — che interagiscono tra loro? Tra la possessione degli spiriti e le sedute spiritiche, da una parte, e la clinica psicoterapeutica contemporanea, dall'altra, si possono individuare alcune somiglianze. Il soggetto non è più moralmente responsabile del proprio stato e uno sciamano o un medico stabiliscono l'identità dello "spirito" responsabile. È stata notata una certa somiglianza tra l'Io, il Super Io e l'Es della psicanalisi e certi concetti psicologici dell'Africa occidentale relativi all'anima, alla natura e alla discendenza. Alcuni hanno avanzato l'ipotesi, che giudico assolutamente fondata, che la popolarità della teoria freudiana derivi dal fatto che incoraggia le persone a formulare spiegazioni causali nel modo più naturale, ovvero usando l'euristica della rappresentatività. Un buon esempio è dato dai sogni. Anche se sono possibili molte relazioni tra un sogno e ciò che l'ha causato, la teoria psicanalitica presume che la rappresentatività spieghi tutto. Nell'interpretazione dei sogni da parte degli analisti vi è quindi quasi sempre una somiglianza tra le immagini del sogno e la presunta causa. Sognare serpenti è collegato a problemi con il pene, sognare poliziotti alla presenza di un padre autoritario. Il vero vantaggio della modalità del pensiero psicanalitico è che è accessibile quasi a chiunque e che nulla è impossibile da spiegare - e questo la rende molto attraente. I concetti sono definiti così malamente che possono spiegare qualsiasi comportamento. In particolare, i tre concetti fondamentali — l'Io, il Super Io e l'Es — sembrano più complessi di qualsiasi cosa che in teoria dovrebbero poter spiegare. Per esempio, il classico caso di Anna O. venne spiegato in funzione del trauma di aver visto un cane bere dal bicchiere di un amico, ma come si fa a stabilire che si tratta di un trauma e si può immaginare un evento che in un momento successivo non possa diventare traumatico? | << | < | > | >> |Pagina 163Si può avere anche l'effetto opposto al placebo, che è detto "effetto nocebo": ci si può ammalare o avere sintomi sgradevoli perché ci si aspetta che accada. In un esperimento, in un gruppo di pazienti ospedalieri a cui come emetico era stato somministrato un po' di zucchero, l'80% vomitò e in un altro esperimento, in cui si faceva inalare una sostanza neutra a pazienti asmatici, i soggetti cui era stato detto che la sostanza avrebbe prodotto un attacco d'asma lo ebbero effettivamente, mentre quelli cui era stato detto che li avrebbe aiutati ebbero un miglioramento. La malattia degli studenti di medicina è ben nota: quando si studia una qualsiasi malattia, è facile iniziare a provarne i sintomi. Succede anche che i pazienti depressi abbiano una maggiore probabilità di sviluppare un disturbo cardiaco, forse perché hanno aspettative negative riguardo alla propria salute. L'esempio più drammatico è la morte voodoo, di cui sono stati segnalati casi in varie culture africane, sudamericane e australiane. Il suo successo dipende dal fatto che la vittima sia a conoscenza dell'incantesimo o della maledizione rituale. Un fenomeno collegato potrebbe essere la somatizzazione, ovvero l'influenza sul corpo di ciò che si crede.| << | < | |