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| << | < | > | >> |IndiceFANTAENCICLOPEDÌA volume primo A - L Abbozzo per una introduzione XI I ADAMO & EVA o: I Primi Umani sulla Terra 1 II ALDILÀ ovvero: La Vita dopo la Vita 29 III AMORE 53 IV ANIMA (ovvero "Le Anime Dei Vivi") 73 V ARTE & LETTERATURA 95 VI ASTUZIE (con i Piani d'Evasione e le "Vie d'Uscita") 131 VII ATROCITÀ 147 VIII AUTOMI & MACCHINE 187 IX BESTIARIO 225 X CIELO & INFERNO DEI CREDENTI 263 XI DIAVOLO 315 XII DIO 339 XIII DUELLI 409 XIV ERBARIO, VEGETARIO (Piccolo Almanacco di Botanica) 441 XV FANTASMI (ovvero: I Morti intesi come Spiriti & altre Apparizioni) 441 XVI GIUOCHI 511 XVII GIUSTIZIA o "DEI DELITTI E DELLE PENE" (Leggi, Ordinamenti, Codici Penali e Civili, & Giudizi in Tribunale) 535 XVIII LIBRI 579 XIX LUOGHI FANTASTICI 609 volume secondo M - Z XX MALATTIE E MEDICAMENTI (Infermità, Malformazioni, Rimedi) 665 XXI MIRACOLI 709 XXII MORALITÀ LEGGENDARIE o LE VIE DELLA PERFEZIONE 741 XXIII MORTE 773 XXIV I MORTI (intesi come Corpi senza Vita) 813 XXV IL POTERE 833 XXVI PROFEZIE E PREMONIZIONI 857 XXVII SOGNI 887 XXVIII SUICIDIO 929 XXIX VERITÀ E MENZOGNA (con un Catalogo di Truffe & Abbagli) 963 «Z» Postfazione 1049 Appendice: "IL FANTASTICO IN LETTERATURA: PAROLE CHIAVE" 1053 Bibliografia 1135 Indice degli argomenti 1203 Indice dei nomi 1261 |
| << | < | > | >> |Pagina 3| << | < | > | >> |Pagina XI"Toute vue des choses qui n'est pas étrange est fausse". (Paul Valery) § 00001 La "Fantaenciclopedia" colleziona Idee e Fatti della Storia che non hanno mai riscosso adeguata fama negli annali. È un'Enciclopedia che guarda a tutto l'esistente, a tutto il pensato, dal punto di vista del Fantastico. Certo, di un Fantastico particolare: il Fantastico che "contagia la Realtà".
Il Fantastico, cioè, che si "compromette" e irrompe nella Realtà, per
trasformarla.
Scopo della nostra raccolta è dimostrare, attraverso una miriade di "Racconti Insoliti e Curiosi", tutti documentati e tutti realmente accaduti, che Ovvio e Buon Senso, nei casi umani, non esistono, altro che come pregiudizio. Posti di fronte a un'alternativa, uomini e donne, tanto nella Storia con la S maiuscola, quanto nella vita di tutti i giorni, applicano sistematicamente un'altra Logica, un'altra Facoltà di Giudizio. Diventano pionieri, esploratori che cercano vie d'uscita e soluzioni immaginarie e fantastiche alle loro problematiche. L'Uomo non è un animale razionale, è un animale che usa la Fantasia come mezzo per arginare la Realtà: un Animale, quindi, che "combina" <a>.
Solo così si spiegano invenzioni come la
"Macchina che abolisce il Coito per Editto";
il piano del tiranno sanguinario che, volendo distruggere una città,
la comprò, casa per casa,
dai legittimi proprietari; oppure l'astuzia del vigliacco che si arruolò tra i
boia per assaporare il piacere di uccidere
personalmente
il suo offensore, senza mettere a rischio la propria incolumità; o la cura che
si applica alla
spada,
invece che alla ferita che essa ha inferto
<b>;
l'inflazionata pratica del "suicidio indiretto", o la legge che vieta a una
donna, negli Stati Uniti, di spogliarsi
di fronte alla fotografia
di un uomo
<c>.
Ambrose Bierce
Questa Potenza Combinatoria cui tutto sembra soggiacere, va
in cerca dei suoi colpi d'ala, i suoi rilanci, i suoi rabdomanti e
Sperimentatori. È già Fantastico che qualcuno abbia inventato una
"Macchina che dimostra l'esistenza di Dio";
ma ancor più Fantastico - un autentico "Giro di Vite" - è che qualcun altro
l'abbia
brevettata.
L'autore della Macchina, è un certo Socrates Scholfield. Il brevetto, è il
numero 1.087.186, - registrato dalle competenti autorità
degli Stati Uniti nel 1914 (vedi la voce: "Automi & Macchine").
Nella Fantaenciclopedia ci sono centinaia di aneddoti autentici di questo tipo, la maggioranza dei quali prescelti per la loro bellezza "letteraria". Ci sono i Fatti, e ci sono i Pensieri. Quando un'Idea corteggia la realtà, e si traduce nella pratica, non lo fa mai in modo inosservato. Spesso, anzi, pirotecnico.
Pensiamo all'irrefrenabile spirito combinatorio delle Eresie,
deriva "fantastica" della Gnosi. Pensiamo alle epoche in cui dispute
metafisiche su materie labili o risibili, come per esempio, i "nasi",
potevano costare la vita a migliaia di uomini
<d>.
Parola-chiave del Fantastico è: la "Sorpresa". La presente Enciclopedia mira a sorprendere costantemente il Lettore, la Lettrice: nella convinzione non che la Fantasia superi la Realtà (luogo comune egualmente da sfatare), ma che solo il Fantastico può "svegliarci" dalla Realtà. Considerata come il più potente dei Narcotici. Vogliamo dunque evidenziare fino a che punto la Fantasia - non il Caso, non la Coincidenza - ma proprio la Fantasia, come "Potenza combinatoria", operi sulla Realtà e riesca a trasformarla. Con l'ambizione di mostrare che gli stessi principi combinatori che sovrintendono al Fantastico in Letteratura, sono diffusi nella Storia, nelle Idee applicate alla Realtà, nelle singole Esistenze.
Lungi dall'essere solo un "genere letterario" imparentato con
la Favola, il Fantastico infatti è una "visione del Mondo". È un criterio, un
metodo, una facoltà di "giudizio" cui ricorrono Uomini e Donne nient'affatto
irrazionali per affrontare le sfide della vita.
Terminata la lettura (impresa che spetterà probabilmente al solo autore), dalla Fantaenciclopedia si ricava forse l'impressione che la Combinatoria di tutti gli eventi (compresi quelli segreti delle coscienze, o quelli letterari) abbia già esperito tutte le sue possibilità. Non c'è follia, escogitata oggi, che non riveli un antecedente, spesso illustre. Non c'è libro attuale che non sia comparso, in nuce, sugli scaffali di qualche biblioteca del passato. Non c'è storia fantastica che non conti un antesignano; spesso, non letterario, ma cronachistico. L'impressione è falsa: non è scopo di questa Enciclopedia indurla. Non già che il "nuovo" non esiste, o che l'oggi è solo il riflesso dello ieri, si vuole dimostrare. Ma esattamente il contrario: che solo nell'alveo del Fantastico, cresce, e si protegge, il Nuovo.
Infatti: non c'è Fantastico senza Utopia.
Il Fantastico insegna: non si viene a patti con la Realtà. La Realtà va
riconosciuta come tale: quindi, anche con i suoi limiti. Non
va idolatrata, non va incensata. Non ci si inchina "davanti" alla Realtà: al
massimo "sulla" Realtà, per studiarla meglio e più da vicino.
Questa Fantaenciclopedia non è stata scritta per riferire ciò che già si sa, o si può apprendere solo studiando i libri "giusti". Non è un riassunto; non è un ripasso. Ambisce a essere: uno stimolo per la Fantasia di chi legge. Presentando l' Encyclopédie eponima, Diderot scriveva: "È ugualmente nostro dovere indicare le verità scoperte, e le vie che potrebbero condurre a quelle ancora sconosciute". Il nostro intento, la nostra ricerca, sono andati totalmente nella seconda direzione. Con il convincimento, però, che questo tragitto è illimitato. Poiché il contenuto di questa Fantaenciclopedia, il Fantastico, è infinito, infinita dovrebbe essere anche questa Silloge. Le lacune del Testo, una volta approvata la sua impostazione, sono quindi esibite ed evidenti. Se davvero ambisse ad essere esauriente, la nostra Enciclopedia - contrariamente a tutte quelle che l'hanno preceduta - dovrebbe tener conto di tutti i libri, tutti i giornali, tutti i manoscritti: del Passato, del Presente, e quelli in Fieri. Ogni Testo esistente potrebbe essere utile, dal punto di vista del "Fantastico", per completarla. Non solo i testi più informati. Non solo i più "scientifici". Un'intera, borgesiana, "Biblioteca di Babele" (refusi esclusi) potrebbe confluire qui dentro.
Spero che qualcuno, apprezzando la chiave d'accesso alla Realtà che ho
utilizzato per renderla Fantastica, legga
tutti i Libri che mancano,
e aumenti col suo contributo la mia iniziativa
<e>.
Ho pensato fosse giusto terminare quest'opera aggiungendo un'
Appendice -
"Il Fantastico in Letteratura" -, che può, forse, servire a giustificarla anche
di fronte al critico più severo. Non è un "Sistema", è solo un Abbozzo, una
serie di suggestioni utili, spero, a delimitare la materia e, possibilmente, a
illuminarla indagando il suo versante letterario. Essa contiene l'essenziale
delle mie teorie sul
Fantastico,
che vado elaborando da qualche decennio e che sono
alla base delle ricerche sfociate nell'opera che oggi si pubblica. Si può
dire, insomma, che la presente
Fantaenciclopedia
non sia altro che una voluminosa
Postilla
a quanto ho esposto stringatamente e in modo discorsivo nell'
Appendice.
Ho cercato conferme sul "campo" alle mie tesi, almeno a quelle che giudicavo più
importanti. Ciò significa che, a rigore, il testo che il lettore o la lettrice
si accingono adesso a consultare dovrebbe esser letto a ritroso, partendo dalle
pagine finali. È un invito però che non mi sento di rivolgere a nessuno. Sarei
già felice se le mie tesi non passassero troppo inosservate, e venissero
eventualmente prese in considerazione per le
novità che contengono (se ne contengono).
Da parte mia, posso solo confessare, che non sono neppure un erudito. Un lettore - ne basta uno - se ne accorgerà. Quando penso alla grandezza di certi eruditi (e ne ho conosciuti), sento ritegno a paragonarmi a loro.
Per tutta la vita sono stato, più che un lettore, un
domatore
di libri. Alcuni li affronto solo quando sono sicuro che riuscirò ad
addomesticarli. Altrimenti certi graffi non si rimarginano.
Cito infine, a mia eventuale discolpa, l'immortale Chesterton: "Se una cosa vale la pena di farla, vale la pena di farla male" <f>. § 00001n <a> Mi sia concessa un'analogia con la matematica, anche se all'esperto potrà apparire un po' raccogliticcia. La Combinatoria di cui parlo può essere assimilata a una Legge Generale dell'Agire - o del Pensare - umano. Se si dà il caso, o l'idea: a, qualcuno cercherà presto di ottenere, o realizzare a+b; un epigono farà a+b+c; un pioniere riformerà l' a iniziale tramutandola in d (d+b+c sarà la sua combinazione). Quando i tempi saranno maturi, qualcuno cercherà di ripristinare a+b; ma a+b fatto fuori del suo contesto, in tempi o consuetudini oramai diventati "e", darà un valore, o un fatto, nuovi, ossia "f', e così via, variando le infinite combinazioni possibili. L'effetto fantastico di questa combinatoria è certo più evidente nella letteratura di genere "abduttivo": il mystery, l'umoristico, il comico, il Fantastico vero e proprio. Ogni scrittore, drammaturgo, regista, cerca di "distinguersi" e di superare i suoi predecessori. Si sperimenta, in tutti i campi, la Novità, la Sorpresa. Ma nelle Vite, nella Storia, vedremo operare la stessa Legge.
C'è un esempio che può essere ricavato dalla storia dei fenomeni
"Messianici": Sabbetay Sevi (o Zevi), Messia riconosciuto degli Ebrei nel secolo
XVII, giunto all'apice del successo, si
convertì all'Islam
e rigettò la Legge di Mosè
(a+b).
Ciononostante, per moltissimi dei suoi seguaci, egli rimase il Messia. Un secolo
dopo, Jakob Frank, sabatiano, erede spirituale di Sevi, non appena la sua fama
si diffuse tra le disorientate comunità israelitiche d'Europa,
superando il Maestro, abiurò anche lui la Legge e, disinteressandosi di
Maometto, abbracciò
(a+b+c)
il
Cristianesimo,
professando pubblicamente il Vangelo. L'erede più conseguente di Frank,
finanziò, sobillandola, la Rivoluzione Francese - che sfociò nel ripudio di
tutte le Divinità delle Religioni Rivelate (=, d).
Finché fu ghigliottinato insieme a Danton [rimando, per questa storia,
al capitolo della
Fantaenciclopedia:
dedicato a "Moralità Leggendarie: Sabbetay Sevi"].
<b>
Questo prezioso esempio di
Combinatoria,
lo si legge nella nostra voce: "Malattie & Medicamenti". Il nostro problema è:
guarire
qualcuno, ferito gravemente in un agguato all'arma bianca. Si isolino i quattro
attori di questo dramma: il medico, chiamato
post festum
sul teatro dell'offesa; l'attentatore, se non è scappato; la vittima, che forse
adesso rantola; infine, la
spada
che l'ha vulnerato. Intervenire solo su
chi soffre,
equivale a chiudere la faccenda chiamando l'ambulanza: è ovvio, puerile, spesso
inutile o pericoloso.
Una strategia "omeopatica" completa prevede, al contrario, queste ulteriori
possibilità: 1) di
curare il medico
che assiste il ferito,
al posto
del morente, oppure: 2)
curare l'aggressore
che non ha subito neanche un graffio, oppure, ancora, 3) agire con un impiastro
direttamente sulla lama della spada
in modo che si chiuda la ferita. La prima soluzione è praticata dagli indiani
Cochiti Pueblo, e in generale, dai popoli cosiddetti "primitivi". La seconda, fu
consigliata da Plinio; la terza, è suggerita da Bacone come terapia infallibile.
Meno di quattro secoli fa, sir Kenelm Digby, ungeva ancora le
spade trafittrici
col suo "unguento di simpatia" - ottenendo l'agognata guarigione del ferito.
Digby però non si accontentò di seguire pedissequamente i cultori della
"magia contagiosa". Intravide in questo quadro clinico un
quinto
protagonista: la
benda
con cui il medico tampona la piaga sanguinante. Una volta, spruzzò
il suo unguento su una giarrettiera irrorata di sangue con la quale aveva
fasciato un suo paziente: la ferita corrispondente, subito
si risanò,
a distanza. Poiché bendare è già un modo di curare, il cavaliere inglese scelse
di
"curare la cura".
È quello che sulla falsariga del grande Henry James chiamiamo: un
"giro di vite" del Ragionamento Fantastico.
<c>
Nei
Viaggi di Gulliver
di
Swift
, gli Atti dell'Accademia di Lagado - prodigiosa, vertiginosa operazione di
scrittura
fantastico-combinatoria -
sono interamente suscettibili d'essere
tradotti nella Realtà: e lo sono stati davvero,
prima, durante, dopo la redazione di quel testo. Che sembra a prima vista solo
un esercizio d'umorismo nero e "assurdo". Swift descrive laggiù un maeltro
di matematica che fa
ingoiare
problemi e soluzioni agli allievi, dopo averli trascritti su un'ostia sottile,
convinto che quando digeriranno il boccone,
impareranno
le nozioni ivi contenute. Leggendo la
Fantaenciclopedia
(vedi la voce: "Libri") si viene a sapere che già nel Cinquecento un diplomatico
fiammingo aveva appreso dai Turchi che "i Tartari
hanno mangiato i propri libri
credendo di assimilarne la scienza in essi rinchiusa". Anche la spassosa
Macchina Combinatoria delle Lettere,
inventata a Lagado da un lungimirante professore allo
scopo di risolvere ogni Quesito possibile, è erede diretta di
Raimondo Lullo
, della Cabbala, di
Galileo
e soprattutto della "Giromanzia", pratica divinatoria
che consisteva nell'interpretare le lettere scritte a caso lungo un cerchio; o
della "Grammatomanzia", che ricavava i suoi presagi dalle "composizioni di
lettere comunque ottenute". E di un'altra ben nota mantica, "Logaritmomanzia" -
che si basa sull'attribuzione di un numero a ogni lettera dell'alfabeto -,
fece tesoro Ferdinand Hilbe, inventore d'una Lingua Universale Numerica
degna di Lagado, la
"Zahlensprache"
[vedi
Die Zahlensprache: Neue Weltsprache auf Grund des Zahlensystems... ,
Der Verfasser, 1897, e Albani, della Bella, Buonarroti,
Forse Queneau
, 199-200].
<d>
Di una famosa
Disputa dei Nasi
si parla nell'
Enciclopedia
di Diderot:
"Arrivato a Surat, il signor Amquetil trovò i Parsi divisi in due sette animate
l'una contro l'altra dallo zelo più furioso [...]. Una di queste sette si chiamava
dei vecchi credenti, l'altra dei riformatori. Su quale problema non riuscivano
a mettersi d'accordo i membri di queste due sette, che poco mancò bagnassero
del loro sangue tutta la contrada? Sulla questione se il
penon,
cioè il pezzo di lino di nove pollici quadrati che i Parsi portano sul naso in
certi periodi, dovesse essere o no messo sul naso degli
agonizzanti"
[Diderot, voce "Zend Avesta" dell'
Enciclopedia,
II, 603].
<e>
"Les fantaisies humaines se découpent en cent façons" - ha osservato
Montaigne.
"Esse non s'arrestano che all'ultimo confine del possibile
(aux bornes du possible),
e chi volesse descriverle farebbe uno dei più grossi volumi di
quelli che si vendono alla fiera di Lipsia". Il Web permetterà di superare anche
quei limiti che a Montaigne sembravano invalicabili. La "Fantaenciclopedia"
che qui si pubblica è infatti solo la "parte emersa" (sono
Estratti)
d'un'operazione più vasta e aperta. Spero che lettori e lettrici siano
invogliati ad aggiungere (in un apposito sito di Internet) nuovi aneddoti e
nuove analisi su teorie del passato o dell'attualità per ampliarne il progetto:
segnalando casi tutti veri, tutti accaduti - arricchendo così e spostando,
dentro quest'oggetto in sé già così fantastico che è il Web, i confini
(infiniti) dell'Immaginazione. Pagando il suo debito ad Internet (senza il
quale, non sarebbe stato possibile scriverla,
e non sarà neppure possibile leggerla nella sua interezza), la
Fantaenciclopedia
è destinata ad essere "sfogliata", giudicata, rifiutata dalla Rete: ma
soprattutto incrementata dalle sue "voci", dalle sue "osservazioni".
<f> I Paradossi di Mr Pond, 44. Credo sia giusto completare questo "Abbozzo d'Introduzione" con un accenno, deferente, alle mie Fonti. C'è stato un tempo in cui i letterati erano felicemente costretti ad essere enciclopedisti, e ad evocare tutto un mondo di cose, di concetti e eventi, in cui aneddoti come quelli raccolti nella nostra silloge ricevevano un senso compiuto, coerente, e rivelatore. I tempi di Grimmelshausen, Bayle, Voltaire, Diderot, Stendhal, Kleist, Hoffmann, Heine, Flaubert e gli altri grandi narratori moderni, da Chesterton fino a Thomas Mann, a Musil e a Joyce (Finnegans Wake): autori nutriti di curiosità e di stranezze, e per i quali il Reale aveva sempre un risvolto esotico o Fantastico, che l'illuminava. Tutti i nostri Numi tutelati sono stati, di fatto, Enciclopedisti più o meno dichiarati. A cominciare da Montaigne, grandissimo Maestro, da Elias Canetti (e il suo Massa e Potere innervato da meravigliose narrazioni) o dall'ineguagliabile Borges, spirito protettore dell'intera nostra impresa; senza dimenticare Sciascia, Alberto Savinio e Umberto Eco, Italo Calvino con la sua opera "visibile e invisibile", e l'altro loro connazionale Elèmire Zolla, genio sulfureo e inviso, il cui lascito merita d'essere integralmente riscattato da una Critica del Fantastico libera da condizionamenti. Ma le nostre "Voci" hanno saccheggiato anche l'immenso Gibbon. Considerato e riscritto come "Dizionario", nel suo Storia del declino e caduta dell'Impero Romano, c'è già tutto. Nei riti dei cosiddetti "selvaggi" o "primitivi", dai primordi a oggi, nei costumi più stravaganti dei Greci o dei Romani, nelle superstizioni che ancora circolano nel Mondo, si vede certamente all'opera quella che abbiamo chiamato una "Combinatoria Fantastica": per questo, uno dei testi che abbiamo più citato è Il ramo d'oro, di James G. Frazer, venerato Totem di questa Fantaenciclopedia. Il lavoro di Frazer riguarda un "rimosso" culturale comune, e come tale si può apparentare alla ricerca economica di Marx sulla "Logica del Capitale". Ma una maggiore affinità lo lega soprattutto all'opera di Freud: e la similitudine non sfuggì al padre della psicoanalisi. In certo senso mi riprometto, non tanto di dimostrare, quanto sommessamente suggerire, che il lavoro di tutti e tre, pur volendo orbitare nel campo Scientifico, é in quello Fantastico, che ha dato i frutti migliori. Forse Gibbon, Montaigne, Frazer, Canetti, Freud e Borges, segretamente, ambivano scrivere lo stesso, enciclopedico, Libro. Ognuno di loro ci si è avvicinato, per approssimazione. La nostra Enciclopedia vuole mettere in luce cosa avevano in comune tutti questi grandi Spiriti, quando pensavano in termini "Fantastici" o registravano eventi "sorprendenti". Tutti costoro credevano, o sapevano, che la Realtà non è meno Fantastica dell'Invenzione. Proprio perché trae spunti vitali dalla combinatoria dei possibili, e perché non solo aspira ad essere raccontata, ma essa stessa, quando sfiora e magnetizza il Fantastico, si propone direttamente in forma di Racconto. Ancora una precisazione: quello che qui viene presentato non è un Livre de la Bêtise o uno Sciocchezzaio, anche se deve molto a Flaubert , a Queneau (e ai tre suoi allievi - Albani , della Bella , Buonarroti - di Forse Queneau ), a Americo Scarlatti , Wilcock , Odifreddi , Martin Gardner e Jean-Claude Carrière. L'intenzione nostra, non era certo erigere un monumento all'Imbecillità. La Fantaenciclopedia si propone d'essere un'Introduzione al Fantastico inteso - vedi la nostra Appendice - come una delle Facoltà più alte della Ragione Umana. | << | < | > | >> |Pagina 187§ 08101 I Golem Gli Automi Meccanici non sono altro che gli ultimi rappresentanti di una favolosa stirpe d'argilla: i Golem. La leggenda dei Golem fu storia "vera" secondo numerosi testimoni. È noto che, per i cabbalisti, una determinata combinazione di lettere dell'Alfabeto ebraico poteva creare un Uomo, - sia pure, al momento dei primi esperimenti, non tanto un uomo in carne ed ossa, quanto una creatura terrosa, più o meno obbediente, più o meno muta e un po' bolsa. I dotti ebrei chiamarono questo servo d'argilla: Golem. Per creare un Golem, non era sufficiente, però, giocare con le consonanti dell'alfabeto ebraico. Avverte Gershom Scholem: "sembra che originariamente il Gòlem potesse venire alla vita solo durante lo stato di estasi del suo creatore" <a>. Per estensione, non suoni blasfemo congetturare che anche Dio, doveva esser preda dell'ebbrezza o estasi, allorché creò l'Uomo e la Donna. Abramo, ad Haran, creò "persone", afferma Genesi (12, 5), ma lo fece per dimostrare la forza di Dio "di fronte alla gente" <b>. Quale fu la fine di questi mostruosi Lazzari, nessuno ce l'ha detto; elucubrare che, dopo lo spettacolo offerto al volgo, siano finiti nel Nulla, non pare così lontano dalla verità. Rabbi Rava divenne famoso tra gli Ebrei perché "creò un uomo e lo mandò a R. Zira, che gli rivolse la parola; quello, però, non poteva rispondere: allora R. Zira esclamò: "Sei stato creato con arti magiche; ritorna alla tua polvere"! <c>. Furono ancora il profeta Geremia e suo figlio Ben Sira a infondere vita in un "Golem" - cioè, confezionarono un Uomo creato da Uomini. Ci vollero tre anni, prima che ci riuscissero. La creatura che avevano formato, per nulla riconoscente, si ribellò e li rimproverò subito così: "soltanto Dio ha creato Adamo [...], non dovete più creare un altro uomo, affinché il mondo non degeneri nell'idolatria". Quel Golem diede loro anche le istruzioni per distruggerlo. Ed essi lo annientarono. Nello straordinario saggio che uno dei nostri più citati Maestri, Gershom Scholem, ha dedicato alla Kabbalah, si trova un'altra versione della leggenda di Geremia e di suo figlio ben Sira. Entrando più nel dettaglio si narra che i due, dopo tre anni di approfondito studio dello Yetsirah, "si misero a combinare le lettere alfabetiche secondo i principi cabbalistici della combinazione, unione e formazione delle parole, e crearono un uomo che recava sulla fronte JHWH Elohim `Emeth (Dio è la verità), ma nella mano di quell'uomo appena creato c'era un coltello, con cui cancellava la aleph di `emeth: restò allora meth", (morto). Il "Golem" ebbe allora una terribile bestemmia tatuata sulla fronte: "Il Signore Iddio è morto!". Ma, nella versione riferita, un tale oltraggio non lo disintegrava. Anzi, l'automa terroso ammoniva i due sapienti per la loro idolatra pazzia: perché, avendolo creato, meritavano l'accusa d'essersi sostituiti in modo sacrilego a Dio, e, quindi, di averlo in qualche modo ucciso. Dalla favola, forse, può essere tratta questa morale: se l'Uomo comincia a creare, incomincia a uccidere Dio. | << | < | > | >> |Pagina 191§ 08102 Il Turco Scacchista di von KempelenAlla fine del Settecento, il celebre Wolfgang von Kempelen spese numerosi anni della sua vita nella costruzione di un congegno meccanico, alimentato da un mantice, che fosse in grado di articolare alcune parole. Costruì una prima macchina che, però, "farfugliava troppo". Tra il 1781 e il 1790 la migliorò: alla fine, emetteva "una voce simile a quella di un bambino di tre o quattro anni". Un giornalista tedesco, nel 1782, udì la testa parlare in quattro lingue diverse, compreso il latino. Scrisse: "il tono è gradevole, però pronuncia la erre all'italiana". Una delle frasi che biascicava era: "Madame, venez avec moi à Paris" <a>. Mostruosità come queste, create a bella posta per i baracconi da fiera, non sono infatti mai esenti da una certa imbavosita galanteria. La "testa parlante" doveva accompagnare nelle sue tournèe il "Turco giocatore di scacchi", uno dei più famosi automi della storia, altra creazione del consigliere Kempelen. L'ingegnere, purtroppo, non riuscì mai a innestare i princìpi e i congegni della sua "testa" miracolosa nella fisionomia del Turco. L'automa scacchista, drappeggiato all'orientale, restava muto, ma in compenso "sapeva scrivere", in più di una lingua, grazie a un pantografo azionato misteriosamente. | << | < | > | >> |Pagina 201"Qui si fa Dio a macchina».
[Kraus,
Detti e Contraddetti
, 351]
§ 08201 La Macchina che Prova l'Esistenza di Dio Nel 1909, lo statunitense Socrates Scholfield, originario di Providence (Rhode Island), inventò una Macchina Onto-teologica, le cui tracce si sono disgraziatamente perdute. "L'apparecchio" - così lo descrive J. Rodolfo Wilcock -, "consiste di due eliche di ottone incastrate in modo che, lentamente girando ciascuna intorno all'altra e dentro l'altra, dimostrano l'esistenza di Dio. Delle cinque prove classiche questa è detta la Prova Meccanica". Nel 1914, la Macchina ottenne dall'U.S. Patent Office il brevetto numero 1,087,186. Socrates Scholfield non era un pazzo. Una mia ricerca personale, anche se limitata, dimostra che era solo un buon cristiano, devoto, abile meccanico, e che utilizzò tutto il suo ingegno per inventare una macchina "educativa". Certamente era ossessionato da vortici, spirali, ruote dentate. La Commissione per i brevetti registra il suo nome e le sue invenzioni (decine) almeno dal 1865, anno in cui meritò una medaglia di bronzo per aver realizzato un nuovo tipo di "Regolatore" per pompe azionate da ruote idrauliche. Sembra che poi abbia richiesto il copyright per marchingegni simili, orbitando intorno ai quali dev'essere stato attratto dalla somiglianza di certe forme elicoidali, persistenti, ricorrenti anche in natura, con ciò che riusciva a cogliere dell'Essenza Divina. Scopo finale e Fede personale di Socrates Scholfield era la "Theology of Mechanicalism": perciò si risolse ad illustrare, in modo "Meccanico", "la specifica relazione che esiste tra le facoltà della Sensazione e dell'Emozione negli organismi animali"; una maniera semplice (così la presentava) per "insegnare le prove evidenti, meccaniche e biologiche, dell'Immortalità". Il suo dispositivo doveva avvicinare, per approssimazione, il profano all'idea fissa di Dio, spingendolo a comprendere "the essential elements of a supreme everlasting consciousness": "gli elementi essenziali di una suprema, eterna, Coscienza". Quest'arduo traguardo spirituale è stato raggiunto con un congegno composto di "molle elicoidali intrecciate con manopole alle estremità per manipolarli": e noi non sapremo mai se il marchingegno abbia davvero funzionato, convertendo qualche miscredente. O almeno non lo sapremo, finché l'apparecchio di Scholfield non tornerà in commercio. Se non ho letto male gli annunci sui giornali dell'epoca, le istruzioni per costruirlo costavano molto meno di un dollaro. | << | < | > | >> |Pagina 218"Zimanski, scienziato tedesco di Tubinga, [...] ha studiato per tre anni le lumache, imitandone il linguaggio e il comportamento, in modo che realmente le lumache lo scambiavano per una di loro".
[Pauwels e Bergier,
Il Mattino dei Maghi
, 389]
§ 08301 Ne parla di sfuggita Flaubert nel suo immortale Bouvard e Pécuchet: "... In tutta Europa, in America, in Australia e nelle Indie, milioni di mortali passavano la vita a far muovere i tavoli; - e scoprivano la maniera di far diventare profeti i cardellini, di dare concerti senza strumenti, di comunicare con le lumache..." <a>. Quest'ultima espressione, liberata dalla sua ambiguità, significa: comunicare fra loro tramite le Lumache. Flaubert aveva appreso l'esistenza di uno stupefacente "Telegrafo a Lumache" consultando il libro di Louis Figuier, l' Histoire du merveilleux dans les temps modernes (1860) uno dei più saccheggiati e meno citati tra tutti i volumi che trattano - sia pure scetticamente - di materie fantastiche e esoteriche. Il capitolo in cui si imbattono Bouvard e Pècuchet si chiama "Le lumache simpatiche", e compare nel quarto tomo dell'opera <b>. I fatti avvennero nel 1850, a Parigi. Nell'ottobre di quell'anno, il giornalista Jules Allix pubblicò un articolo a puntate sulla "Presse" in cui descrisse una complicata Macchina che funzionava a Lumache: la cosiddetta "Bussola Pasilalinica", opera d'un francese, Jacques Toussaint-Benôít (de l'Hèrault), in collaborazione con un americano, di nome Biat-Chretien. L'apparecchiatura si basava su una scoperta sbalorditiva: che la lumaca, universalmente nota per la sua lentezza, potesse invece raggiungere più rapidamente di ogni altro essere vivente l'altro capo della Terra - sia pure, è ovvio, solo col pensiero. La Macchina infatti sfruttava le doti "telepatiche" della bestiolina.
A detta degli inventori, la "Bussola Pasilalinica" era presto destinata a
soppiantare il telegrafo. Infatti, era portatile e non aveva bisogno di fili:
eppure poteva mettere in comunicazione tra loro,
istantaneamente,
due esseri umani posti agli antipodi o negli angoli più remoti del pianeta. E
tutto ciò centocinquanta anni prima delle "chat" e dei "social network" lanciati
da Internet.
Per il buon funzionamento della Macchina bisogna procedere in questo modo: innanzitutto si prende un certo numero di Lumache di una determinata specie, e le si divide in coppie, separandole dalle altre, in modo che simpatizzino fra loro (Allix chiama questo procedimento "mariér ensemble les escargots", ma non bisogna intenderlo alla lettera, trattandosi di invertebrati ermafroditi). Una volta che hanno fraternizzato, le lumache - anche se divise, e poi spedite in paesi diversi, lontani tra loro decine di migliaia di chilometri -, resteranno sempre in perenne comunicazione, grazie alla peculiare qualità, che possiedono, di influenzarsi a distanza. Qualità che í due inventori hanno battezzato "commotion escargotique", la quale non è altro che "I'espressione per così dire elettrica del desiderio dell'animale" d'entrare in contatto col partner da cui è stato separato. Lo stesso vale per gli uomini, o le donne, che aspirano a comunicare tra loro usando, ognuno, il proprio modello di Bussola Pasilalinica: anch'essi debbono provare uno per l'altro una forte attrazione. Questo impasto di fluidi può quindi essere convogliato e captato da un apposito Apparecchio. Che può funzionare - alternativamente - da Trasmettitore e da Ricevitore. Per testimonianza di Allix, la Bussola a Lumache, all'esterno, è in tutto simile a una bussola marina; tranne per le dimensioni, assai più ingombranti. La macchina è un'enorme buatta - o scatola - squadrata, di legno, alta quasi tre metri, e contiene una pila voltaica che impregna di elettricità le lumache vive, nostalgiche del partner. I molluschi sono letteralmente incollati, a uno a uno, sul fondo di tazze apposite che riposano, come fossero tasti musicali, su una molla sensibilissima a ogni oscillazione, di modo che sia possibile, per l'osservatore, apprezzare qualsiasi movimento della Lumaca - e persino un suo improvviso mostrar le corna - quando diventa preda della "commotion escargotique". A ogni molla - cioè, a ogni tazza -, corrisponde una lettera dell'alfabeto. Il resto, come dice Allix, viene da sé <c>. Basterà a questo punto che due uomini, due donne, o un uomo e una donna si mettano d'accordo sull'ora e il giorno della loro comunicazione. Che si pongano nel momento stabilito ognuno davanti la propria Bussola Pasilalinica Simpatica. Il congegno può essere azionato manualmente, ma, in concomitanza con fluidi simpatici di quella portata, a regime è sufficiente il solo concorso del Pensiero. Infatti non risulta che le Lumache intendano il significato delle parole umane. Il trasmittente, concentrandosi telepaticamente e intensamente sulla lettera "C", farà "agitare" la Lumaca corrispondente al tasto con quel simbolo. Dall'altro capo del mondo, la "commotion escargotique" farà sì che la Lumaca amica, precocemente separata da lei, colta da raptus, provi la stessa eccitazione. Il tasto "C" della Bussola Ricevitrice oscillerà e chi attende il messaggio ne prenderà buona nota <d>. Dato che l'uso "militare" e "spionistico" di questa invenzione è evidente, si possono immaginare le terribili conseguenze di una sincope o una morte per vecchiaia di una di queste Lumache, mentre sta comunicando al di là delle frontiere. I messaggi sbagliati, cifrati o non, potrebbero scatenare una guerra <e>. Le modeste pretese meccaniche, i costi contenuti di mantenimento di questi gasteropodi, uniti ad un insieme di altre qualità civettuole e alla moda, fanno profetizzare a Allix che presto la Bussola sarà in ogni casa francese, come un meuble obligé. Se ne potrebbe persino ipotizzare sul mercato un modello de poche, suggerisce il giornalista. Dipende solo dalla grandezza delle Lumache. | << | < | > | >> |Pagina 225«Alessandro, al terzo [dei gimnosofisti] domandò quale fosse l'animale più furbo; rispose: "Quello che l'uomo non è ancora riuscito a conoscere"».
[in
Plutarco
,
Alessandro,
64, II, 289]
§ 09100 Discorso Preliminare (Se Uomini e Animali siano "Commensurabili") Cosa ci stanno a fare gli Animali? La loro "disponibilità" è un mistero, un indurre continuo in tentazioni, è: un inferno. Infatti sulla Terra, certamente, un Inferno c'è: è quello delle Bestie, e lo denuncia Horkheimer parlando della "indescrivibile, inimmaginabile sofferenza degli animali, l'inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali" <a>. Dal lavoro quotidiano nei campi, al gabinetto del chirurgo, l'animale è stato sempre destinato a sostituire l'uomo. L'uomo impara a "sopravvivere" dagli ignobili esperimenti sulle bestie. L'animale non impara mai nulla. Questi esperimenti non gli servono. È evidente che gli Animali, prima ancora che precederli nelle moderne sale operatorie, in un'epoca preistorica non troppo distante da noi, hanno sostituito gli uomini nei sacrifici destinati a compiacere gli Dèi. Ma è anche vero che gli Uomini hanno, parallelamente, fin dalla notte dei tempi, ammazzato e seviziato le bestie per ottenere favori dall'Ultramondo, ritenendo che esercitare su loro torti e rappresaglie fosse sufficiente a ricattare gli Dèi. Come se l'intero regno animale fosse stato preso in ostaggio dall'Umanità. Quando, "a causa d'una lunga e grave siccità" la pestilenza o la carestia colpivano l'antico Egitto - narra Frazer -, "i sacerdoti prendevano di notte gli animali e li minacciavano; se il male non cessava li uccidevano". E se "un Mauro ha male alla testa prende spesso un agnello o una capra e la bastona finché cade a terra credendo così di trasferire all'animale il suo mal di testa". Sembra che le Bestie ci siano state consegnate come prigioniere, affinché soffrano al nostro posto. Sono Medicine che soffrono. | << | < | > | >> |Pagina 236§ 09108 Mocha Dick, la vera Balena BiancaQuando Edgar Allan Poe , fatalmente minato da fantasie e alcolismo, colpito da malore durante una sfibrante tornata elettorale, si risvegliò, per un attimo effimero, dal suo coma in ospedale, l'ultima parola comprensibile che pronunciò prima di raccomandare la sua anima a Dio, fu: "Reynolds!". Un grido ripetuto tre volte <a>. Il nome che il poeta morente evocava, non ho dubbi, doveva essere quello di Jeremiah Reynolds, scrittore, esploratore, ispiratore del suo Gordon Pym - da lui strenuamente difeso nelle circostanze più travagliate. Forse, in quell'estremo giorno, si sentì affine al destino di quest'uomo che raccoglieva solo le briciole dei suoi magnanimi sogni. Reynolds fu anche il primo che narrò della caccia che fu data nei mari a un'enorme balena bianca, grande come un'isola: un vero Leviatano del Pacifico. Il suo scritto, Mocha Dick, è del 1839. Melville, che ne fu probabilmente influenzato, pubblicò Moby Dick dodici anni dopo. Come arrivò Reynolds a conoscere la storia, presumibile o vera, di questo mostro marino? Ne ebbe notizia, pare, in una rada del Cile, mentre il suo vascello era all'ancora, impegnato in una delle più demenziali spedizioni della Storia: la ricerca del "Buco di Symmes". John Cleves Symmes, nel 1818, postulò che i Poli terrestri fossero in comunicazione tra loro, e che la Terra, quindi, fosse cava. Questi due apici del globo - Nord, Sud - non erano stati ancora né scoperti, né esplorati, e la teoria conobbe quindi una notevole diffusione. La tesi uscì poi rafforzata dal successo che ebbe un romanzo utopico sullo stesso argomento, pubblicato, anonimo, nel 1820: Symzonia, a Voyage of Discovery. Qualcuno suggerì che la novella fosse dovuta (almeno in parte) alla penna dello stesso Reynolds, il quale, poco più che ventenne, era già divenuto un accanito sostenitore del "Symmes Hole" <b>. Dopo una strenua ricerca di fondi, Jeremiah Reynolds organizzò, con un contributo statale ridotto, una spedizione che aveva come mèta l'Antartide. Partì alla ricerca del "Buco" nel 1829, e riapprodò a Boston dopo quattro anni di peripezie. Il Polo non l'aveva raggiunto; l'impresa poteva dirsi fallita, ma non in modo tale da disilludere un entusiasta come lui. Tornò a bombardare il Congresso degli Stati Uniti con pressanti richieste di finanziamenti. Finalmente, nel 1838, il governo federale approvò una nuova spedizione, stavolta su larga scala; ne diede però il comando a un certo Wilkes, escludendo del tutto Reynolds. L'avventuroso scrittore rimase a terra, in tutti i sensi. Edgar Allan Poe insorse contro il Parlamento, e bollò come "cavillosa" e "scandalosa" la decisione ("a scandalous chicanery").
Wilkes in quattro anni di ricerche non ottenne nessuno dei risultati
scientifici sperati. In più, contrariamente a quello che
avrebbe fatto il suo precursore, ci lasciò un resoconto piatto e poco
illuminante della missione polare che guidava, fin troppo commerciale e
pragmatica. Reynolds, era invece un gran prosatore e lo dimostrò pubblicando le
sue memorie d'esplorazioni in un libro -
Voyage of the United States Frigate Potomac
(1835) -, e alcuni altri articoli di genere "esotico". In uno di questi,
Mocha Dick, or the White Whale of the Pacific,
davvero splendidamente recitato, diede notizia per la prima volta della grande
Balena Bianca.
Mocha Dick, cetaceo "di prodigiose forza e grandezza", è - ci assicura lo scrittore -, molto ben conosciuto da chi frequenta l'Oceano, non solo tra i balenieri. Certo, non può passare inosservato. "Per effetto dell'età, o più probabilmente per qualche scherzo di natura - lo stesso difetto che esibiscono gli Albini d'Etiopia - ne è uscito un singolare risultato: è bianco come la lana!". Quando è fermo in superficie, solo l'occhio esperto del marinaio riesce a distinguerlo da una nuvola candida, che si posa sull'orizzonte <c>. La prima apparizione della Balena bianca datava intorno al 1810. Dopo d'allora, era uscita indenne da miriadi di scontri con l'Uomo, e ne facevano fede le decine di arpioni che pendevano, sul suo dorso, come trofei. Il candido Leviatano era interamente fasciato da un reticolo di cime strappate dalle barche dei balenieri. I ferri che gli gravavano sul corpo, dimostravano però, a detta di Reynolds, che la bestia era, sì, inconquistata, ma nient'affatto invulnerabile. Un giorno fatidico, nei dintorni di Capo Horn, se ne ebbe la prova. Il vecchio Mocha Dick, provato da mille battaglie, perse la vita in un ultimo assalto, forsennato, di ramponieri. I suoi persecutori ne ebbero ragione perché, come era solito, il gigantesco cetaceo si mise a proteggere i più indifesi della sua specie, esponendosi personalmente agli attacchi. Ma prima di morire, comunque, divelse parecchie imbarcazioni, e affogò molti di quelli che gli davano la caccia. Reynolds testimonia d'aver ascoltato l'epopea di Mocha Dick dalla viva voce del suo uccisore, un marinaio di Nantucket. Concede, naturalmente, che il racconto sia stato abbellito, ma non mette in dubbio sia veritiero. D'altronde, che guadagno avrebbe tratto lo scrittore a divulgare una fola, o a inventare di sana pianta una storia come questa? Se il racconto era opera di fantasia, l'avrebbe denunciato. Siamo quindi propensi a credergli. C'è del vero, forse, in questa, come in tutte le leggende. Fatto sta che le favole non vogliono morire. L'enorme balena albina, rediviva, fu di nuovo avvistata qualche anno dopo nell'Oceano Artico. Ci fu chi giurava d'averla incrociata, e che non era un miraggio <d>. Finché venne Melville a spiegarci che non era necessario credere che questo mostro fosse esistito veramente, perché doveva avere una valenza simbolica. E come tale, non poteva morire, e certo non poteva venire ucciso dagli uomini. Non si può vincere la Balena Bianca; al massimo, si sopravvive per raccontarla. Parole bibliche che il marinaio, che pretende d'essere chiamato Ismaele, pone come epigrafe e suggello al capitolo finale di Moby Dick <e>. | << | < | > | >> |Pagina 448§ 14108 Piante FachiricheTra i monaci del Medioevo, che nel nome di Cristo si recludevano afflitti e penitenti nelle celle del deserto o nei conventi d'Occidente, vigeva "una cieca sottomissione agli ordini dell'abate, per quanto potessero sembrare assurdi, o anche criminosi". Per cui, secondo Gibbon, non c'era da meravigliarsi se "la loro pazienza veniva esercitata con le prove più stravaganti". Tra le altre c'era anche questa: si comandava loro "d'annaffiare continuamente un bastone secco piantato in terra, finché nel termine di tre anni non attecchisse e germogliasse come un albero" <a>. A ben guardare, più che un Miracolo, ai monaci veniva richiesto un prodigio che a un Fachiro indiano sarebbe parso pura "routine", un passatempo. Il viaggiatore francese Jean-Baptiste Tavernier, alloggiato in India presso alcuni amici inglesi, ebbe la curiosità di vedere all'opera i Fachiri, di cui aveva tanto sentito parlare. Questi "ciarlatani" organizzarono per lui uno spettacolo - credo -, ineguagliato, per un Occidentale. Esordirono accendendo un gran falò, dentro il quale resero incandescenti delle catene, con cui poi si fasciarono strettamente il corpo nudo, senza denunciare alcuna sofferenza o ustione. In seguito, presero un piccolo pezzo di legno, lo piantarono nel terreno e chiesero ai presenti che tipo di frutto avrebbero preferito vederne uscire. Fu risposto: un mango. Allora uno dei ciarlatani, dopo essersi avvolto in un grande sudario, si accovacciò, cinque o sei volte, a contatto con la terra. Tavernier, che voleva seguire bene tutta l'operazione, salì una scala, di modo che il suo sguardo, dall'alto, poté penetrare attraverso un'ampia fenditura del sudario. Ciò che vide ha del fantastico. "Percepii chiaramente - scrive Tavernier - che quest'uomo, tagliandosi con un rasoio affilato la carne sotto le ascelle, strofinava col suo sangue il pezzetto di legno. Ogni volta che si ritraeva, il legno cresceva a vista d'occhio, e, alla terza volta, ne uscirono dei rametti gemmati. La quarta volta, l'albero fu coperto di foglie. La quinta, vidi apparir de' fiori". Un ministro del culto inglese, che era presente, aveva già protestato "che non poteva consentire a occhi cristiani d'assistere a simili spettacoli, ma poi, quando si accorse che questa gente, da un pezzo di legno secco, aveva fatto scaturire una pianta di quattro o cinque piedi d'altezza, per di più tempestata di fiori, manco fosse primavera, e tutto questo in meno di mezz'ora, si fece un dovere personale di scassare l'alberello a pedate, aggiungendo bruscamente che non avrebbero avuto più accesso alla comunione tutti quelli che fossero rimasti anche un minuto di più a curiosare intorno a cose di tal fatta". La minaccia obbligò i suoi amici inglesi a congedare i ciarlatani, dopo aver loro elargito il controvalore di dieci o dodici scudi, "somma che li rese assai soddisfatti". Esistono piante che possono venir considerate "Fachiriche", anche al di là di queste ambigue esibizioni: non si tratta d'illusionismo, e neppure d'una truffa. La "Germinazione accelerata" è un fatto scientificamente accertato. Secondo gli studiosi Albani, Buonarroti e della Bella - si veda la loro utilissima enciclopedia Forse Queneau -, questo fenomeno si verifica impiegando, "ad esempio, uno strato di fior di zolfo che fa maturare velocemente il crescione", oppure la corrente elettrica, che com'è noto "affretta lo sviluppo degli ortaggi" <b>. | << | < | > | >> |Pagina 579"Prendi questo Libro e divoralo. Ti causerà dolori di ventre ma avrai miele nella bocca, masticandolo". [Giovanni in Apocalisse, X, 93 § 18101 I Libri prescritti come Dieta Da Benjamin , trascrivo: "non dimentichiamo che il libro è stato in origine un oggetto di consumo, anzi un alimento" <a>. Non so se il filosofo si riferisse alla pratica, più diffusa di quanto non si creda, della cosiddetta "Bibliofagia". Se dobbiamo dar credito al filologo belga Octave Delepierre - che nel 1866-67 scrive, sotto le mentite spoglie di Onésyme Durocher, il trattato De la Bibliophagie -, sono davvero numerosi i casi di "Pasti a base di Libri" o somministrazioni per via orale, totale o parziale, di poche pagine o interi volumi stampati. Grosso modo, i banchetti dei "Bibliofagi" vanno catalogati in tre classi differenti, a seconda che: 1) i Libri siano stati trangugiati dai loro stessi autori, per una qualche disperazione; 2) oppure che si tratti di Libri inghiottiti per punizione d'averli scritti; 3) o Libri e altri componimenti si assumano via gastroduodenale per essere assimilati, come atto sostitutivo, rapido ed economico, della lettura in sé medesima. Secondo Onésyme Durocher, l'episodio più antico registrato dagli annali pare sia quello di Ezechiele (2, 9-10 e 3, 1-3), che divorò il libro sacro che la mano di Dio gli tendeva. Cercare esempi in tempi più antichi, è ostico: di norma si scriveva su tavolette d'argilla poco appetibili. Nel Seicento, invece, i casi si moltiplicano: vantaggi delle fibre vegetali impresse a stampa. Uno scrittore scandinavo è castigato, nel 1644, a pasteggiare col suo libello politico Dania ad exteros de perfidia Suecorum, - previa cottura, però, in una zuppa bollita. In questo stesso secolo, il duca di Sassonia, Bernardo il Grande, punì crudelmente il poeta Isacco Volmar che lo dileggiava con le sue satire violente e scandalose. Volmar, rinchiuso nella fortezza di Brissac, fu obbligato a trattenere tra i denti, per un'ora intera, uno dei suoi pamphlets; quindi lo costrinsero a masticarlo e ad ingerirlo. Nel 1688 il noto giureconsulto tedesco Philipp Andreas Oldenburger, reo d'aver pubblicato un opuscolo considerato pericoloso (Constantini Germanici ad Justum Sincerum Epistola de peregrinationibus Germanorum), fu condannato non solo a trangugiarne le pagine, ma a essere battuto con le verghe durante il pasto <b>. Infine, ci sarebbero Bibliofagi che in alternativa alla Lettura preferiscono "degustare" i loro Libri preferiti. Ugualmente apprendendo e godendo, non si sa come, il loro contenuto. In questo campo, va citata la testimonianza del diplomatico fiammingo Ogier Ghislain de Busbecq (1522-1592), il quale, seppe da un greco, vissuto a lungo tra i Turchi, che i Tartari hanno inghiottito i propri libri, per immagazzinare nel profondo di loro stessi la scienza e la saggezza di cui abbisognano, e poterne poi usufruire quando più lo desiderano, "in modo da rendere, come gli Dèi, degli Oracoli". Pare si tratti di un evento più proverbiale che reale, ma è pressoché sicuro che, in un tempo antico, più di qualcuno tra i Tartari abbia fatto davvero questa esperienza <c>. | << | < | > | >> |Pagina 582§ 18102 I Libri Purgati dalle Fiamme"Se, come vedete, io a volte scrivo delle cose e poi le brucio, è perché così posso inviare queste cose per mezzo del fumo". [Rabbi Nathan, Chajè Moharan, II, § 2,7, citato in: Nachman di Breslau, La Principessa Smarrita, 327] Il nostro emerito precursore Americo Scarlatti definisce "Bibliolitìa" o "Biblioclastìa" la "distruzione volontaria di opere, fatta da persone interessate a sopprimerle, o dalla Giustizia, o dalla Chiesa o dagli stessi editori e persino dagli stessi autori". Questa infocata biblioteconomia fu disciplinata e resa sistematica, per la prima volta, dal francese Fernand Drujon, autore di un Essai bibliographique sur la destruction volontaire des livres, ou Bibliolytie <a>. Ci sono poeti, scienziati e letterati che, in mezzo alla loro vita, o sentendosi prossimi a morire, oppure procurandosi essi stessi di farlo, appiccano fuochi ai loro manoscritti: Kleist, Gogol, Hedayat, Charles Hoy Fort, a esempio. Altri. (Kafka, Virgilio, ecc.), invitano amici ed esecutori testamentari a bruciare le loro ultime fatiche letterarie, al posto loro <b>. Perché lo fanno? Per vanità o per disperazione vera? O per che altro? Sembrano esserci capolavori scritti solo per finire in cenere, e il falò li attira come fossero falene. Opere estreme che solo le fiamme riescono a leggere e, mentre lo fanno, ne purgano le pagine da chissà quale crimine dell'Ispirazione. Mallarmé - lo ricorda Italo Calvino -, pare "abbia dedicato gli ultimi anni della sua vita al progetto d'un libro assoluto come fine ultimo dell'universo, misterioso lavoro di cui egli ha distrutto ogni traccia" <c>. A riprova che: il libro "Infinito" finisce infinitamente nel fuoco. Ingenera però una certa confusione mescolare classi così distinte, e porre sullo stesso piano l'Autore pentito, o dubbioso dei propri risultati, e il boja illetterato che, senza aver scritto o sfogliato un libro, senza aver neppure consultato di persona l' Index librorum prohibitorum, li mette al rogo tutti indistintamente - purché glielo ordini l'Autorità -, oppure ancora il fanatico incivile che progetta e esegue spettacoli pirotecnici facendo scempio e falò di qualsiasi esempio di cultura avversa. Soffermiamoci un momento su questa seconda classe di libricìdi o "Bibliolìti". Bruciare libri è un non-senso per gli analfabeti, eppure tutte le volte che la Storia, imbarbarendo, ha acceso roghi di opere a stampa e no, essi erano in prima fila, leticandosi queste piccole prede indifese con gli intellettuali, che volevano bruciarle per primi. L'odio per i libri ha contaminato anche le menti più illuminate, ottenebrandole: classico, l'esempio di Platone <d>. Esattamente come ogni Potere (o Sapere) incartapecorito, all'opposto anche ogni Rivoluzione "futurista" ha i suoi libri da bruciare. Alcune Avanguardie, tra loro, si sono spinte fino a desiderare di bruciarli tutti. Tanto è grave il fardello del passato, che, dubitando di riuscire a riscattarlo, si preferisce "abolirlo" <e>. Si potrebbe continuare all'infinito, tra esempi classici di "Biblioclastìa", oppure dozzinali. Il numero e la qualità dei libri periti tra le fiamme in virtù dell'operato dei boja, degli inquisitori, dei tiranni, dei censori, dei critici professionisti, dei facinorosi, è tale, che nessuna Enciclopedia potrà mai darne conto per intero, pena l'inedia del lettore. C'è un caso, però, che si ha il dovere di riferire: un evento che riassume e supera ogni altro spaventoso "Pogrom contro i Libri" o "Autodafé libresco" tramato in precedenza dalla Storia: l'Editto di Shih Huang Ti, assoluto e inarrivabile campione dei Biblioclasti. Shih Huang Ti - la grafia occidentale è incerta - , è il famoso "Primo Imperatore" dei Cinesi ricordato da Hegel <f> e immortalato da Borges per le sue due imprese parallele: "l'edificazione della quasi infinita muraglia cinese" e l'editto con cui dispose "che venissero dati alle fiamme tutti i libri scritti prima di lui". La prova che queste due opere titaniche, all'apparenza estranee, fossero effettivamente correlate, viene fornita a Borges dal sinologo Herbert Allen Giles: chi aveva nascosto un libro, e poi veniva scoperto dagli sgherri dell'imperatore, subito veniva spedito ai lavori forzati nell'immenso cantiere della muraglia. In esso languivano quattro milioni di operai. Secondo Rosa Luxemburg ( L'accumulazione del Capitale , I, 1), ne morirono quattrocentomila; altre fonti, portano il computo delle vittime a due milioni. Naturalmente, la stragrande maggioranza era analfabeta. La storia del popolo cinese contava già tremila anni: il Primo Imperatore ordinò che cominciasse con lui. Borges ritiene che il rogo dei libri avesse per Shih Huang Ti un significato preciso: eliminare dal Tempo (dal Passato) l'infamia di cui si era macchiata sua madre, donna di costumi indegni. Il Signore della Cina aveva in sospetto e in odio le finzioni della letteratura, che potevano nascondere sotto altri nomi, o ironiche allusioni, le vicende sgradite della sua famiglia. Novello Erode, decretò allora una Strage di Pagine Innocenti. Scrive ancora Borges, che tanto elevato fu il numero dei letterati che vennero "giustiziati per aver disobbedito agli ordini imperiali, che in inverno crebbero meloni nel luogo dove li avevano seppelliti" <g>. La distruzione di ogni pagina scritta fu decretata dall'Imperatore in una data incerta, collocabile a metà del terzo secolo prima dell'era volgare. Una donna - racconta Feuillet de Conches - fortunatamente, disobbedì all'editto: grazie alla sua insubordinazione, occidentali e orientali godono ancora della lettura di Confucio <h>. Contemporaneamente ai roghi divoratori di Libri, Shih Huang Ti fece erigere la Muraglia, e il suo palazzo, dotato di "tante stanze quanti giorni c'è nell'anno". Costruzioni che significavano per lui "una protezione dalla morte; come l'elisir dell'immortalità che a lungo, questo imperatore, cercò" <i>. Encyclopédiana ricorda che Shih Huang Ti, o Che-Hoang-Ti, mosso dal "proposito di abolire la Memoria dei suoi predecessori, ordinò di abbrustolire tutti i libri che si trovavano nei suoi territori, ad eccezione di quelli che trattavano di medicina, agricoltura e divinazione". Il crudele imperatore li risparmiò, probabilmente, perché erano utili alla sua ricerca della Vita Eterna. L'impresa biblioclasta, impareggiabile, di Shih Huang Ti, ebbe anche sofisti estimatori. Naturalmente, tra gli scribi e gli intellettuali. Secondo Lezama Lima, quel tiranno non fece altro che istituire "la prova massima che devono subire i libri veramente classici. Essi furono bruciati, ma il loro spirito sopravvisse" <j>. | << | < | > | >> |Pagina 591§ 18106 Enciclopedie, ossia: "I Libri Zenoniani"Ci sono Libri, per vocazione, "Infiniti". Sono le Enciclopedie. So che quanto sto per affermare inevitabilmente si ritorcerà contro questa stessa Fantaenciclopedia, tuttavia: ogni Libro che pretende di concentrare tutto il Sapere in una "Summa" si vota all'infinità, e, quindi, all'illeggibilità. Non ci turba, e respinge, solo il numero incontrollabile di pagine a stampa che sarebbero necessarie, per esaurire ogni branca della conoscenza: è la forma stessa di Sapere Enciclopedico, che qui viene posta in discussione. Un Libro (o raccolta di libri) che "insegue" la sua materia mentre questa non cessa di prodursi, di moltiplicarsi, sembra inevitabilmente condannato alla futilità, o, peggio, a divulgare l'ignoranza. È un perenne inseguimento: mentre noi scriviamo tutto ciò che si sa su un certo oggetto, qualcuno ne scopre nuove proprietà, nuove qualità e caratteristiche. Le immagina, le critica, le fraintende: ma pure di questi sviluppi è indispensabile dar conto <a>. Le "Voci" d'un'onesta Enciclopedia devono integrare persino la loro "Eco". Il Libro Onnisciente, così, diventa zenoniano: un Achille che insegue vanamente una Tartaruga. Come in quel paradosso, per quanto si sforzi d'essere rapida, l'enciclopedia non raggiungerà mai il piccolo salto, il miserabile progresso, che in ogni campo "scientifico" - in quei giorni, o nello stesso istante della sua pubblicazione -, avrà fatto il più stantio e minuscolo degli argomenti che ha trattato. Gli odierni motori di ricerca di "Internet" rovesciano la prospettiva, ma l'esito è lo stesso. Essi promettono una "simultaneità" con i progressi delle Scienze che non possono mantenere altro che come aspirazione. Rendono più veloci le Enciclopedie, certo, ma aumentano nel medesimo momento, a dismisura, le dimensioni delle Conoscenze Possibili, che un tempo dipendevano esclusivamente dalle scelte dell'editoria. Talché, oggi, nel campo del Sapere enciclopedico, chi si crede Achille in realtà, è Tartaruga. Terribile sospetto: in genere, qualsiasi Enciclopedia sembra contribuire, più che al Sapere, alla Storia delle Enciclopedie. Detto francamente: ogni riduzione enciclopedica, rischia d'essere una "reductio ad absurdum". Un'incisione ulteriore sull'inconsutile bastone di Chuan-Tzu. In una raccolta di storie "Zen", troviamo la seguente parabola: Il re di Persia, Zernir, radunò nella sua corte i migliori eruditi del Mondo, "e chiese loro di scrivere per lui la storia dell'umanità". Dopo vent'anni, gli eruditi avevano scritto cinquecento volumi. Ci vollero dodici cammelli per trasportarli fino alla reggia, dove li attendeva il re. Zemir obbiettò: ho già superato i quarant'anni; "non avrò tempo di leggere tutto prima di morire; preparatemi, ve ne prego, un'edizione ridotta". I sapienti si misero all'opera. Dopo vent'anni, presentarono un riassunto, che tenesse conto anche degli avvenimenti degli ultimi lustri. I volumi furono caricati su tre soli cammelli. Ma il re aveva già superato i sessant'anni. Chiese una versione più breve. Dopo dieci anni, a Zemir fu sottoposta la Sintesi che pretendeva. Tuttavia, era talmente vecchio, che era diventato quasi cieco. Chiese ai sapienti un ultimo sforzo: ci vollero altri cinque anni, ma tutto il sapere del mondo fu racchiuso in un solo volume. Lo donarono al re che era ormai in punto di morte. Zemir si rammaricò: «"Morirò dunque senza aver saputo nulla della storia dell'uomo?" chiese il sovrano. Al suo capezzale, il più anziano degli eruditi rispose: "Te la dirò in tre parole: L'uomo nasce, soffre e infine muore". In quel preciso istante, il re spirò» <b>. | << | < | > | >> |Pagina 597§ 18109 Le Biblioteche di Babele"Avevo sempre immaginato il Paradiso sotto forma di Biblioteca..." [Borges, Sette Notti, 122] La "Biblioteca di Babele", nella sua sesquipedale architettura, contiene tutto quel che può essere "scritto" combinando le Lettere Alfabetiche, cioè, tutto: un numero straripante e imprecisato di pagine stampate (e rilegate in Libri) che registrano ogni incontro, congiunzione, ripetizione, o variazione, dei segni tipografici adottati da qualsiasi Lingua. Realizzare una tale Biblioteca, anche questo, è un sogno antico. Secondo Plutarco (Questioni conviviali) già il filosofo Senocrate asseriva d'aver contato "in quanti modi si potessero disporre le lettere dell'alfabeto", creando con esse combinazioni, e che "tale numero ammontava a cento milioni e duecentomila" <a>. Sono di più, ma già lo sforzo di immaginarle fu notevole. "Nel 1622" - ricorda poi Umberto Eco - "Paul Guldin aveva scritto un Problema arithmeticum de rerum combinationibus, in cui aveva calcolato tutte le dizioni generabili con 23 lettere, indipendentemente dal fatto se fossero dotate di senso e pronunciabili, e aveva calcolato che il numero di parole (di lunghezze variabili da due a ventitré lettere) era più di settantamila miliardi di miliardi (per scrivere le quali sarebbero occorsi più di un milione di miliardi di miliardi di lettere)". Guldin studiò anche le caratteristiche d'una congetturale Biblioteca destinata a accogliere una simile, immane, impresa a stampa: "se si disponesse di costruzioni cubiche di 432 piedi per lato, ciascuna capace di ospitare 32 milioni di volumi, occorrerebbero 8.052.122.350 di tali biblioteche. Ma quale reame potrebbe contenere tanti edifici? Calcolando la superficie disponibile sull'intero pianeta, potremmo allogarne solo 7.575.213.799!" <b>. Certo: però, ci rimangono gli Oceani. L'Utopia di tutti i Libri Possibili era anche allocata nel Cielo degli Spiritisti. Medium-viaggiatori fin dall'Ottocento attestano la babelica presenza di sconfinate Biblioteche in Paradiso, che custodiscono tutto lo scibile, insieme ad ogni opera della Letteratura Universale. Il prolifico scrittore John Oxenham - un sensitivo, che visitò questi edifici durante una visione avuta in sogno - precisa che «"ciascun pensiero, e parola, e atto, di ciascun uomo, donna e bambino fin dal principio dei tempi", e così pure "ciascun libro mai pubblicato, dalle tavolette di terracotta dell'antichità fino all'ultimo romanzo a sensazione appena uscito", è catalogato e messo a disposizione dei lettori celesti» <c>. Dobbiamo però al genio di Borges , non agli Spiritisti, la sistemazione di questi instabili elementi in una esatta Fantasia. Borges scrive in Finzioni: "L'universo, che altri chiama la Biblioteca, si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali [...]. La Biblioteca è totale e [...] i suoi scaffali registrano tutte le possibili combinazioni dei venticinque simboli ortografici [...] cioè tutto ciò che è dato di esprimere, in tutte le lingue. Tutto: la storia minuziosa dell'avvenire, le autobiografie degli arcangeli, [...] il resoconto veridico della tua morte, la traduzione di ogni libro in tutte le lingue, le interpolazioni di ogni libro in tutti i libri" <d>. Utilizzando, stampando, pubblicando, tutte le possibili Combinazioni delle Lettere Alfabetiche, la Biblioteca di Babele contiene - già in questo momento - tutti i Libri del Passato, del Futuro, del Presente; nonché tutte le trascrizioni dei fatti dell'Universo - compreso, anche, ciò che non accadrà mai. In essa, come direbbero gli Gnostici, trova spazio "tutto ciò che puoi concepire col pensiero o anche tralasciare di pensare" <e>. | << | < | > | >> |Pagina 1313____________________________________________________________ FANTAENCICLOPEDIA volume primo: A - L SOMMARIO Abbozzo per una Introduzione § 00001 IX note XVI I ADAMO & EVA o: I Primi Umani sulla Terra 1 - Combinatorie § 01100 Prodromi 3 § 01101 - § 01102 Babeli 4 § 01103 - § 01104 Il "Pomo Proibito" 6 § 01105 Fisiologia del Peccato Originale ("Retablo") 9 § 01106 Orge 11 § 01107 Dopo la Caduta 14 note 15 2 - I Capezzoli di Adamo § 01201 - § 01202 20 note 25 II ALDILÀ ovvero: La Vita dopo la Vita Le Prove della Sopravvivenza nell'Aldilà 31 § 02100 Passaggi 31 § 02101 La "Prova" Prenatale 31 § 02102 - § 02103 La Prova per "Fantasma", o per Apparizione 32 § 02104 La Prova per Impunità 37 § 02105 La Prova per Sangue e per Feticcio 38 § 02106 La Prova per Coma e Tunnel Luminoso 39 § 02107 - § 02110 La Prova "per Appuntamento" 42 § 02111 Finali Aspettative 47 note 49 III AMORE Storie Esemplari d'Amour Fou § 03100 Introduzione: Si annuncia l'Amore come Mistero 55 § 03101 Agalmatofilia, o: la Passione per le Statue 55 § 03102 Zoofilia, o: La fuga in Altri Regni 58 § 03103 Le Audacie Mammellari 59 § 03104 - § 03106 Gli Amori d'Oltretomba 59 § 03107 Morir d'Amore 65 note 68 IV ANIMA (ovvero "LE ANIME DEI VIVI") 1 - Avventure dell'Anima Errabonda § 04100 Esposizione 75 § 04101 Psiche, la Leggèra 75 § 04102 Trappolatori 77 § 04103 Le Angustie della Perfezione 78 § 04104 La Preesistenza alla Nascita 80 § 04105 L'Anima che si Reincarna (Strategie della Metempsicosi) 81 note 84 2 - Alexis Didier, l'Uomo-Aleph § 04201- § 04202 87 note 93 V ARTE & LETTERATURA 1 - Salon: Guida Illustrata (per Miniature) § 05100 Targa di Ingresso 97 Sala N° Uno: Esposizione di Pittura § 05111 Il Ritratto Acheropita del Cristo 97 § 05112 I "Ritratti Viventi" del Giorno del Giudizio 98 § 05113 Il Granchio di Chuang-Tzu 100 § 05114 La Pittura "Verista" 100 § 05115 Affreschi di Sangue 101 § 05116 Quadri "a Spettro" 102 Sala N° Due: Accademia di Scultura § 05121 Le "Teste a Becco" di Franz X. Messerschmidt 103 § 05122 Le Sculturine Telepatiche di Charles Littlefield 105 § 05123 Il Busto del Generalissimo 107 § 05124 Statue d'Olio d'Oliva 108 Sala N° Tre: Le Esibizioni Musicali § 05131 La Musica "Visibile" 110 § 05132 I Concerti che sostituiscono le Conversazioni 111 § 05133 Sonatine Bestiali 112 § 05134 La Coreografia del Mar Rosso 115 note 116 2 - La Verifica Perturbante (un fatto vero nella vita di Edgar Allan Poe) § 05201 - § 05203 120 note 129 VI ASTUZIE (con i Piani d'Evasione e le "Vie d'Uscita") Campionario di Stratagemmi & Diversivi § 06100 Premessa 133 § 06101 - § 06102 I Piani Geniali dei Vigliacchi 134 § 06103 L'Ira di Dio a Comando 135 § 06104 Finte Calunnie 136 § 06105 Tribunali Rivoluzionari 136 § 06106 L'accortezza del Santo 137 § 06107 Lo Scrigno di Combabo 138 § 06108 - § 06109 Vademecum per il Delitto Perfetto 139 § 06110 Segreti 141 § 06111 L'Evasione "Invisibile" di Andronico a Bisanzio 141 note 144 VII ATROCITÀ 1 - Cronache della Crudeltà (Arsenali & Pionieri) § 07100 Per una Critica della Ragione Atroce 149 § 07101 Aghi (o: Il Bambino-Feticcio) 150 § 07102 Animali, in ordine di grandezza 151 § 07103 Autotorture 152 § 07104 - § 07105 Bisturi (Le Corti dei Miracoli) 153 § 07106 La "Poccetta" del Rivoluzionario 156 § 07107 Sacre Specie 156 § 07108 La Tortura dell'Immaginazione 156 § 07109 - § 07110 Hitler e gli Orrori dei Nazisti 157 note 162 2 - Avventure sul Patibolo (Storie di Carnefici e Esecuzioni Capitali) § 07201 I Boja dei Boja 166 § 07202 Il Boia ammazzato sul patibolo 167 § 07203 Il Boja come Matematico 169 § 07204 Le Nozze "Dimezzate" 172 § 07205 Riso Liberatorio 172 § 07206 Il Segnalibro 173 note 175 3 - In Terra, l'Inferno (Un Lamento per l'Esecuzione di Damiens) § 07301 - § 07302 178 note 186 VIII AUTOMI & MACCHINE 1 - Il Serraglio degli Androidi § 08101 I Golem 189 § 08102 Il Turco Scacchista di von Kempelen 191 § 08103 L'Anatra di Vaucanson 193 § 08104 La "Famigliola" di Jaquet-Droz 194 § 08105 Gli Automi nelle mani dell'Inquisizione 195 note 197 2 - Museo d'Arti Meccaniche § 08201 La Macchina che Prova l'Esistenza di Dio 201 § 08202 Congegni che producono Santi 202 § 08203 Macchine per Pregare 203 § 08204 La Macchina che abolisce il Coito per Editto 203 § 08205 La Macchina per Stupri di Fronsac 206 § 08206 Macchine Delatrici 207 § 08207 Chassis di Carne 207 § 08208 Macchina "Per Abbracci" di Grandin 208 § 08209 Le Macchine azionate dai Fantasmi, ovverosia: Il "Capitale" Spiritico 209 note 213 3 - Il Telegrafo a Lumache per la Lettura del Pensiero § 08301 - § 08302 218 note 224 IX BESTIARIO 1 - Giardino Zoologico § 09100 Discorso Preliminare (Se Uomini e Animali siano "Commensurabili") 227 § 09101 L'Alcatrace 229 § 09102 La Bestia Misteriosa di Novalis 229 § 09103 La Farfalla accessoria del Vampiro 230 § 09104 La Gallina ipnotizzata da Athanasius Kircher 230 § 09105 Il Gatto di Schrödinger 232 § 09106 Gli Inquilini delle Fondamenta, o: i "Fossili Viventi" 233 § 09107 I Mangiatori d'Ombra 235 § 09108 Mocha Dick, la vera Balena Bianca 236 § 09109 Il "Ratto Sventrato", Profanatore delle Ostie 239 § 09110 Il Rospo dell'Abate Rousseau 242 § 09111 L'Uccello Porphyrion 242 § 09112 La Vena Poetica dell'Usignolo 243 § 09113 Il Verme Divino Shamir, Costruttore del "Tempio" 245 note 247 2 - Rolf e la Saga dei "Cani Parlanti" § 09201 - § 09203 256 note 262 X CIELO & INFERNO DEI CREDENTI 1 - Questioni Aperte § 10100 Viatico: I Criteri per l'Assegnazione 265 Primo Stabilimento: L'Inferno (Questionario) § 10111 - § 10112 Se l'Inferno esista davvero, e se si sappia perché c'è 267 § 10113 Se si sappia quanti Dannati possa stipare lo Stabilimento Infernale 269 § 10114 Se Dio stesso possa essere scagliato nell'Inferno262 § 10115 - § 10117 Quale sia il numero, e la qualità, delle Pene inflitte nell'Inferno, e: Se ci si possa fare "il Callo" 273 Secondo Stabilimento: Il Purgatorio (Questionario) § 10121 Come sia stato "Inventato" questo Regno 279 § 10122 Se si sappia che Diavoli ci sono 281 § 10123 Se il Purgatorio sia il "Serbatoio dei Fantasmi" 282 Terzo Stabilimento: Il Paradiso (Questionario) § 10131 - § 10133 Quali siano i Passatempi di Angeli e Beati in Cielo, e di quali Spettacoli lassù si gioisca 283 § 10134 - § 10135 Se ci siano "Matrimoni" in Paradiso, e: Chi possa accedere ai "Talami Celesti" 289 § 10136 Se ci siano "Infelici" in Paradiso 292 § 10137 In che misura i Beati possano dirsi "Schizofrenici" 293 note 295 2 - Le Visioni di Swedenborg: ovvero: Il Paradiso identico all'Inferno § 10201 - § 10204 305 note 312 XI DIAVOLO 1 - Segni Particolari § 11101 Il Diavolo come Impostore 317 § 11102 Il Diavolo come "Riscrittore" 318 § 11103 L'Anima e il Demonio 320 § 11104 Il diavolo sudaticcio 321 § 11105 - § 11106 Esorcismi 322 § 11107 Il Patto strambo di Gaufridy 325 § 11108 La Tesi di Dostoevskij 327 note 328 2 - Gilles de Rais, ovvero: Il "Patto Diabolico Mancato" § 11201 - § 11203 331 note 338 XII DIO 1 - Le Prove di Esistenza (Elenco Ragionato) § 12100 Al Varco 341 § 12101 La Prova "Manifatturiera" 342 § 12102 La Prova per "Scimmia e Divina Commedia" 344 § 12103 La prova Epilettica 346 § 12104 Le Prove "Zoologiche" 347 § 12105 La Prova per Paura 348 § 12106 La Fede per Azzardo o per Scommessa detta anche la "Prova Morale" di Pascal 349 § 12107 La "Prova Ambigua" di Kurt Gödel 351 § 12108 L' Argomento Negletto (o: "Il Metodo Abduttivo" di C. S. Peirce) 353 note 357 2 - Attributi & Limiti di Dio § 12200 Prerogative 363 § 12201 L'Innominabile (Excursus sul "Nome di Dio") 363 § 12202 L'Irreperibile 365 § 12203 L'Artefice Creatore (ossia: Il "Tzintzum, anche detto: "Big Bang") 367 § 12204 Il "Dissociato" 370 § 12205 - § 12206 Il "Limitato" (e in particolare: L'Impotente) 371 note 377 3 - Gesù il Cristo, Salvatore dell'Umanità § 12301 Trinità (ossia: Gesù, prima di Betlemme) 382 § 12302 Il Mistero di Maria, Vergine Madre di Gesù 385 § 12303 I Tabulati del Golgota 386 § 12304 Il Grido di Cristo sulla Croce (o: Il Ribrezzo di Gesù) 388 § 12305 Il Senso della Morte di Gesù (ovvero: Se il Cristo fu Suicida) 390 § 12306 "Chi" è Morto veramente sulla Croce 393 § 12307 Resurrezione & Ritorni 396 § 12308 L'Evangelizzazione dell'Universo 398 note 400 XIII DUELLI 1 - Le Sfide Leggendarie: Maestri d'Arme & Vittime § 13101 - § 13102 Metafisica del Duello: Mitologie 411 § 13103 I Davidi contro i Golia 415 § 13104 L'Onore del Menagramo 416 § 13105 I Duelli per Via Orale 417 § 03106 Vietar Noir, o: il Duello che guastò un Impero 418 § 13107 - § 13109 Duelli Indiani 422 note 427 2 - Mosè e Robert-Houdin o: i Duelli di Miracoli § 13201 - § 13202 432 note 439 XIV ERBARIO, VEGETARIO (Piccolo Almanacco di Botanica) Florilegio di Erbe, Alberi & Piante § 14101 Achemene o Erba del Vigliacco 443 § 14102 Agnus Scythicus 443 § 14103 Alberi Irritabili 444 § 14104 Gli Alberi Mesmerici 444 § 14105 Le Feste Arboricole Nuziali 445 § 14106 Baaras, la Radice che si vendica col Sangue 446 § 14107 Il Granturco, dagli Appetiti Selettivi 447 § 14108 Piante Fachiriche 448 § 14109 Riso (la Pianta) 450 § 14110 - § 14111 Il Siliquastro, cioè: l'Albero di Giuda 450 note 455 XV FANTASMI (OVVERO: I MORTI INTESI COME SPIRITI & ALTRE APPARIZIONI) 1 - Dialoghi coi Morti: Medium, Spiritisti & Revenants § 15100 Distinzioni Preliminari 463 § 15101 Obnubilamenti 464 § 15102 - § 15103 Nascita dello Spiritismo 466 § 15104 - § 15105 Esibizionismo, o: La Moda degli Spettri 469 § 15106 Comunicazioni "Sistematiche" 471 § 15107 Suscettibilità 473 § 15108 L'album degli Autografi 474 § 15109 Il Medium che bara 475 § 15110 Buio Spiritico (ovvero: Il Miglior Medico è il Morto) 477 § 15111 Il "Quid", o il Sostituto Deperibile 480 note 482 2 - Ghirigòri, e altri "Fantasmi di Nessuno" § 15200 Suddivisioni 487 § 15201 Gli "Spettri d'Onan", ossia: I Figli della Colpa Solitaria 489 § 15202 - § 15204 Ghirigòri; o i Fantasmi dei non-Nati 492 note 498 3 - Il Fantasma "Acustico"di mademoiselle Clairon § 15301 - § 15303 501 note 510 XVI GIUOCHI 1 - La Dimensione Ludica: (Gran Casinò) § 16100 L'Accettazione delle Regole 513 § 16101 - §16103 Dadi 514 § 16104 Giuochi con le Carte 518 § 16105 - § 16106 Giuochi con la Palla 518 § 16107 I Giuochi d'Amore (considerati come Arti Marziali) 519 § 16108 Regate Veliche 520 § 16109 Scacchi 521 § 16110 Tiro al Bersaglio 522 note 523 2 - Mr Howe o: "la Fedeltà Coniugale" § 16201 - § 16202 526 note 533 XVII GIUSTIZIA o "DEI DELITTI E DELLE PENE" (Leggi, Ordinamenti, Codici Penali e Civili, & Giudizi in Tribunale) 1 - La Durezza della Legge § 17100 Le Categorie Umane a rischio 537 § 17101 Adùlteri 538 § 17102 Gli Dei Viventi inibiti a Reincarnarsi 539 § 17103 I Dispregiatori delle Effigi 540 § 17104 Illuministi violenti 540 § 17105 Legislatori Imprevidenti 540 § 17106 I Legislatori privi di Consenso 540 § 17107 I Parenti che pregustano l'Eredità dell'Avaro 541 § 17108 Sarti o Fabbri, Sguàtteri o Cuochi (a seconda dell'Uzzo del Padrone) 542 § 17109 Scrivani che si attardano 543 § 17110 Spogliarelliste Dilettanti 543 § 17111 I Vestiti alla Moda 544 § 17112 Zelanti Gabellieri (troppo Esosi) 544 note 547 2 - Cause Civili & Processi Penali (Corti Secolari ed Ecclesiastiche) Aula N° Uno: I Giudizi "Sovrannaturali" § 17211 Il Processo a Dio Onnipotente 549 § 17212 L' "Altro" Processo, ovvero: gli "Aggiornamenti" in Cielo 550 § 17213 Gli Eredi Legittimi di Dio 552 § 17214 I Processi Sospesi "Causa Jettatura" 553 § 17215 - § 17216 Le Case Infestate dagli Spiriti (Questioni di Diritto Fantasmatico) 554 Aula N° Due: Lineamenti di Diritto Sessuale § 17221 La Sentenza che s'appella alle Favole 559 § 17222 I Sogni in Giudizio 559 § 17223 Se il Diritto Navale possa applicarsi al Matrimonio 560 § 17224 Le Cause d'Impotenza 561 Aula N° Tre: I Tribunali Disumani § 17231 - § 17233 I Processi intentati agli Animali 565 Aula N° Quattro: Esercizi di "Giustizia Salomonica" § 17241 Il cavillo di Protagora 571 § 17242 Il Paradosso di Augusto 571 § 17243 Le Sentenze in bilico 572 § 17244 Il Santo Protettore 572 § 17245 La Grazia peggiore della condanna 573 note 574 XVIII LIBRI La Biblioteca Impossibile § 18101 I Libri prescritti come Dieta 581 § 18102 I Libri Purgati dalle Fiamme 542 § 18103 Gli Ultimi Scritti del Profeta Maometto 585 § 18104 I Libri sbugiardati da Padre Hardouin, Denigratore dell'Eneide 587 § 18105 Libri Sibillini 590 § 18106 Enciclopedie, ossia: "I Libri Zenoniani" 591 § 18107 - § 18108 La Bibbia (ovvero: il Libro che ha "creato" il Mondo) 593 § 18109 Le Biblioteche di Babele 597 note 601 XIX LUOGHI FANTASTICI (Atlante) 1 - Baedeker per Visite Guidate § 19101 Il Baratro del Riscatto 611 § 19102 L'Inconcepibile "Civiltà di Glozel" 612 § 19103 Le Isole di Carne 614 § 19104 Le Miniere solcate dai Velieri 617 § 19105 Il Nilo Perduto 618 § 19106 - § 19107 I Paradisi in Terra 619 § 19108 Piramidi d'Egitto 623 § 19109 La Terra Cava (Passage) 625 § 19110 Oceani di Sangue e Altre Super-Geografie 629 note 632 2 - La "Gabbia" del Trovatello Kaspar Hauser § 19201 Una Ballata in forma di Preghiera 639 § 19202 Il "Ragazzo Selvaggio" 642 § 19203 Attentati 646 § 19204 Il Metodo "Maschera di Ferro" 648 § 19205 Il "Fanciullo Divino" 650 § 19206 "Risvegli" 655 note 658 ____________________________________________________________ | << | < | |