Testo di piacere: quello che soddisfa, appaga, dà euforia; quello che viene
dalla cultura, non rompe con essa, è legato a una pratica "confortevole" della
lettura. Testo di godimento: quello che mette in stato di perdita, quello che
sconforta (forse fino a un certo stato di noia), fa vacillare le assise
storiche, culturali, psicologiche, del lettore, la consistenza
dei suoi gusti, dei suoi valori e dei suoi ricordi, mette in crisi il suo
rapporto col linguaggio.
Ora, è un soggetto anacronistico colui che tiene tutti e due i testi nel suo
campo e nella mano le redini del piacere e del godimento, perché partecipa nello
stesso tempo e contraddittoriamente all'edonismo profondo di ogni cultura (che
entra pacatamente in lui sotto la veste di un'arte del vivere di cui partecipano
i libri antichi) e alla distruzione di questa cultura: gode della consistenza
del suo io (è il suo piacere) e cerca la sua perdita (è il suo godimento). E'
un soggetto doppiamente scisso, doppiamente perverso.
Roland Barthes, "Variazioni sulla scrittura", Einaudi, Torino, 1999
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