Venuta la sera, mi ritorno in casa et entro nel mio scrittoio; et in su l'uscio mi
spoglio di quella veste cotidiana, piena di fango et di loto, et mi metto panni
reali et curiali; et rivestito condecentemente, entro nelle antique corti degli
antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo,
che solum è mio, et che io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare
con loro, et domandarli della ragione delle loro actioni; e quelli per loro
humanità mi rispondono; et non sento per quattro hore di tempo alcuna
noia; sdimenticho ogni affanno, non temo la povertà; non mi sbigottiscie la
morte: tucto mi trasferisco in loro.
Niccolò Machiavelli, citato in: Alberto Manguel, "La biblioteca di notte", Archinto, Milano, 2007
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