Prendo l'unica decisione possibile: consumare un distacco dal libro.
Temporaneo, almeno. Spesso ho sofferto per il fascino pervasivo della
parola scritta che mi impediva di partire, imbrigliando la fantasia
narrabonda. Il libro è come il padre: ti svezza, ti irrobustisce,
ti fa crescere dentro la curiosità del mondo, ma è anche una trappola
che ti spinge ad accontentarti delle meraviglie che contiene.
Per partire devi talvolta rinnegare il padre, perché non puoi
affrontare il mondo col suo peso sulle spalle.
Paolo Rumiz, "Annibale", Feltrinelli, Milano, 2008
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