[...] hai voglia a dire che la letteratura parla solo di se stessa: il lettore
dal volto umano andrŕ a cercarvi, invece, una traccia della realtŕ, poco importa
se per decifrarla o per imparare a sopportarla, quella vita, se in vista d'una
conoscenza o d'una consolazione irrinunciabile. Il lettore legge perché ha a
cuore soltanto la sua esistenza, non altro: e con riferimento al posto che la
bellezza e la veritŕ potranno avervi, agli impedimenti che rallentano o
sconfessano l'affermazione di quegli stessi valori. Ecco perché resterŕ sempre
grato a quel critico che, tra le righe d'un romanzo, o dentro i versi d'una
poesia, gli abbia fatto scorgere le linee d'un oroscopo: cosě come ancora
benedice il probo professore di liceo che, adolescente, lo convertě all'amore
per la letteratura, ai suoi impensati benefici. Ci sono finalmente arrivato: al
lettore dal volto umano non interessa la critica letteraria, se non in quanto
critica della vita.
Massimo Onofri, "La ragione in contumacia", Donzelli, Roma, 2007
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