Secondo Pool, da tempo chi segue le recensioni ha riposto piena
fiducia nei critici generalisti, che rimangono comunque figure autorevoli in
quanto intellettuali pubblici, in opposizione ai siti di recensioni
e vendite sul Web i quali propugnano «l'idea democratica per cui ogni
lettore ha qualcosa di valido da offrire». Pool considera importante
la distinzione tra un approccio generalista, la lettura degli esperti e le
impressioni amatoriali. La cultura della Rete deve dare maggior spazio a
consumati conoscitori, capaci di comunicare complesse questioni tecniche e
logiche a un pubblico di vaste proporzioni. Come fare a trascendere l'enorme
ondata di recensioni di prodotti che per lo più si concentra su equivoci
comunicativi, difetti di fabbrica, versioni incompatibili
e contrattempi nella consegna degli ultimi prodotti di consumo? Gail
Pool descrive così i classici problemi della navigazione online:
Chi potrebbe aver voglia di leggere 600 recensioni di un solo libro,
ciascuna con specifiche descrizioni e valutazioni, per provare a identificare
quelle più affidabili? Esistono poche esperienze meno gratificanti di questa:
il solo scorrerle è compito faticoso, e dopo averne lette qualche decina, si
decide che non c'è più bisogno di avere o di leggere quel libro.
Il problema è, come dare man forte all'antologia di Martin Amis,
War Against Cliché,
che propugna la fine alle banalità? Forse Amazon
dovrebbe rimuovere l'opzione per le recensioni, o meglio consentire
agli utenti di oscurarla? Facciamo comunque attenzione a non biasimare soltanto
chi si auto-qualifica come «recensore». In ambito professionale, gli editori
strumentalizzano i recensori come macchine produttrici di frasi fatte: trovate
qualche battuta breve e ficcante, scritta unicamente
a scopo promozionale. È la vittoria delle notizie d'attualità che spazzano via
le recensioni impegnative. Secondo Pool: «Dobbiamo trovare un
modo migliore per scegliere i libri da recensire. L'attuale sistema porta
inevitabilmente a sottovalutare i volumi interessanti, a dare spazio ai
libri cattivi, e a sminuire la stessa pagina del libro».
Geert Lovink, "Ossessioni collettive", Università Bocconi, Milano, 2012
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