Giusto, le aveva promesso un libro. Per lei non si poteva prendere in
considerazione altro che un romanzo. Non che dai romanzi la mente
tragga molto nutrimento. Il piacere che forse offrono lo si
paga a carissimo prezzo: essi finiscono per guastare anche il
carattere più solido. Ci si abitua a immedesimarsi in chicchessia. Si prende
gusto al continuo mutare delle situazioni.
Ci s'identifica con i personaggi che piacciono di più. Si arriva a capire
qualunque atteggiamento. Ci si lascia guidare
docilmente verso le mete altrui e per lungo tempo si perdono di vista le
proprie. I romanzi sono dei cunei che un attore con la penna in mano insinua
nella compatta personalità dei suoi lettori. Quanto più precisamente egli saprà
calcolare la forza di penetrazione del cuneo e la resistenza che gli
verrà opposta, tanto più ampia sarà la spaccatura che rimarrà nella personalità
del lettore. I romanzi dovrebbero essere proibiti per legge.
Elias Canetti, "Auto da fé", Adelphi, Milano, 1999
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