Eppure dobbiamo parlare; e non solo perché
la letteratura, come i poveri, è notoriamente portata a prendersi cura
dei propri figli, ma più ancora per via di un'antica e forse infondata
convinzione, secondo la quale se i padroni di questo mondo avessero
letto un po' di più, sarebbero un po' meno gravi il malgoverno e le
sofferenze che spingono milioni di persone a mettersi in viaggio.
Poiché non sono molte le cose in cui riporre le nostre speranze in un
mondo migliore, poiché tutto il resto sembra condannato a fallire in
un modo o nell'altro, dobbiamo pur sempre ritenere che la letteratura
sia l'unica forma di assicurazione morale di cui una società può disporre:
che essa sia l'antidoto permanente alla legge della giungla; che
essa offra l'argomento migliore contro qualsiasi soluzione di massa
che agisca sugli uomini con la delicatezza di una ruspa – se non altro
perché la diversità umana è la materia prima della letteratura, oltre a
costituirne la ragion d'essere.
Iosif Brodskji citato in: Armando Gnisci, "La letteratura del mondo nel XXI secolo", Bruno Mondadori, Milano, 2010
|