La lettura favoriva, oltre all'isolamento individuale, il pensiero profondo,
costringeva cioè il lettore a mettere in atto associazioni e processi deduttivi,
incrementandone sia le competenze sia la capacità di
sviluppare idee originali e un personale punto di vista sul mondo.
Naturalmente, l'avvento del digitale non implica la fine della lettura, al
contrario: se i vecchi media elettrici favorivano la sostituzione del testo
scritto con le immagini, i media digitali inaugurano un'era di ubiquità del
testo, che occhieggia dagli schermi di cellulari, computer, tablet
e quant'altro. Ma non si tratta di un ritorno all'etica intellettuale del
libro, perché leggere un libro e leggere uno schermo sono attività cognitive
diverse. «Navigare» un testo digitale comporta livelli di attenzione
e profondità della lettura assai inferiori rispetto a quelli richiesti dalla
lettura tradizionale: la possibilità di «saltare» da un testo all'altro tramite
link riduce la concentrazione su un particolare testo e ne favorisce la
fruizione distratta; il che vale anche per gli e-book che, benché si presentino
come il nuovo medium più affine al libro, vengono consumati come se fossero
pagine web. Ancora: chi legge libri impegna le aree
cerebrali associate a memoria, linguaggio e processi visuali; chi legge
uno schermo utilizza le regioni prefrontali associate all'assunzione di
decisioni e al problem solving, in quanto occorre compiere continuamente scelte
di navigazione senza lasciarsi «distrarre» dall'interpretazione del testo, il
cui senso si sottrae all'esplorazione profonda. Di più: chi legge un libro non
impegna solo la memoria a breve termine, ma
anche e soprattutto quella a lungo termine, in quanto deve immagazzinare
concetti complessi per organizzare i dati in uno schema coerente;
chi legge su schermo usa quasi esclusivamente la memoria a breve termine che, da
un lato, tende in questo modo a intasarsi, dall'altro lato,
complica l'estrazione di informazioni rilevanti dal «rumore» provocato
dall'overloading di dati.
Carlo Formenti, "Felici e sfruttati", Egea, Milano, 2011
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