«Venuta la sera, mi ritorno in casa, et entro nel
mio scrittoio; et in su l'uscio mi spoglio quella veste
cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni
reali e curiali; e rivestito condecentemente entro nelle
antique corti degli antiqui uomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi
pasco di quel cibo, che solum č mio, e che io nacqui per lui; dove io non mi
vergogno parlare con loro, e domandarli della ragione delle loro
azioni; e quelli per loro umanitŕ mi rispondono; e non
sento per 4 ore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni
affanno, non temo la povertŕ, non mi sbigottisce la
morte: tutto mi trasferisco in loro».
Niccolň Machiavelli a Francesco Vettori, 10 dicembre 1513
Gian Arturo Ferrari, "Libro", Bollati Boringhieri, Torino, 2014
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