"Prima Pagina" di maggio 2013

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Il vero nodo da sciogliere non riguarda, infatti, il Ğlector in fabulağ, ma il lettore in carne e ossa, quello che, mentre legge, continua a vivere, se interrompe la lettura o decide di prolungarla a piacimento, assecondando tutte le urgenze e i desideri, le necessità e i doveri che la giornata gli impone. E lo si dice con riferimento a una distinzione, questa sì, davvero cruciale: quella tra Ğil lettore implicitoğ (come lo chiamava Wolfgang Iser: ma avrei potuto parlare, con Michel Riffaterre, di Ğarcilettoreğ, o, con Umberto Eco, di Ğlettore modelloğ), mera funzione semiotica che lo stesso testo postulerebbe, e il lettore che legge mentre vive, e proprio perché vive, mangia, dorme, sogna, odia e fa l'amore, insomma il lettore che, effettivamente, occupa il suo, il nostro, orizzonte quotidiano.

Massimo Onofri, "La ragione in contumacia", Donzelli, Roma, 2007