Ogni lettore sa che l'essenza, la qualità fondamentale della
lettura, adesso e sempre, è il suo tendere verso una fine che non si può
prevedere, verso una non conclusione. Ogni lettura è il prolungamento di
un'altra, iniziata un pomeriggio di migliaia di anni fa e della quale non
sappiamo niente; ogni lettura proietta la sua ombra sulla pagina successiva,
fornendole contenuto e contesto. È così che la storia cresce, strato dopo
strato, come la pelle della società la cui storia è conservata dall'atto stesso
di leggere. Nel dipinto di Carpaccio, Agostino siede, attento come il suo cane,
la penna in pugno, il libro che splende come uno schermo, lo sguardo dritto
verso la luce, in ascolto. La stanza e gli strumenti cambiano in continuazione,
le copertine dei libri sulla mensola si disfano, i testi raccontano storie con
voci non ancora nate.
L'attesa continua.
Alberto Manguel, "Il computer di sant'Agostino", Archinto, Milano, 1998
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