"Cosa per dire cose, questo è un libro, se lo sappiamo far parlare. Se no,
sta zitto. Il libro parla solo se tu vuoi, quando e quanto ti garba e quanto sai
e puoi. Un libro è l'amico più discreto. Non si consuma un libro, se lo leggi.
Anzi, più lo leggi e più cresce. E tu con lui. Non è come col pane e col
formaggio, quello che mangi tu io non lo mangio, e finito è finito, come il
nostro di ieri, e va bene così, buon appetito. Un libro è meglio.
Se lo leggono in molti cresce molto, finch'è letto non smette mai di dire quello
che ha da dire, a chi lo legge, che sia letto in silenzio tutto solo, o a molti
a voce alta in compagnia. Vale sempre di più dei soldi che lo paghi, un libro.
Nemmeno del cane Dolceacqua ti potresti comprare anche le feste, non lo
scodinzolio. Di un libro invece sì. Toccano il cielo con un dito, i libri, anche
se non sono né Bibbia né Corano, verbo divino che dura in eterno.
E parlano tra loro, i libri, di tutto, pure di se stessi. Tramite chi li
legge. Grazie a chi li scrive. E anche a Paulinu che li fa."
Giulio Angioni, "Sulla faccia della terra", Feltrinelli, Milano, 2015
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