Ma la filologia secolare non presuppone pur sempre che anche in questa
nostra epoca frenetica esista ancora un lettore tardigrado, che segue pazientemente
le tracce della scrittura, anche se dietro di essa non si può più supporre
alcun senso? Alla fine dell'era gutenberghiana questo lettore tardigrado
non ci ricorda forse un mammut, e comunque una creatura meravigliosa destinata
a scomparire dalla faccia della terra?
Klaas Huizing, "Il Mangialibri", Neri Pozza, Vicenza, 1996
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