Quanto al carattere, era piuttosto taciturno che chiacchierone; aveva, inoltre,
una nobile inclinazione a istruirsi, cioč a leggere libri, del contenuto dei
quali non stava a darsi pensiero. Per lui era completamente indifferente che si
trattasse delle avventure d'un eroe innamorato, d'un semplice abbici, o d'un
libro d'orazioni: leggeva tutto colla stessa attenzione; se gli avessero posto
innanzi della chimica, neppure questa avrebbe rifiutato. Quel che gli dava
gusto, non era ciň che veniva leggendo, ma piuttosto la lettura in sé, o per dir
meglio, il processo stesso della lettura, per cui ecco, dalle lettere
immancabilmente vien fuori una certa parola, la quale, a volte, sa il diavolo
che cosa vorrŕ dire. Questo processo del leggere si svolgeva per lo piú in
posizione orizzontale, nell'anticamera, sul lettuccio, e piú precisamente sul
materasso, che era diventato, in seguito a tale circostanza, schiacciato e
sottile come un brigidino.
Gogol', citato in: Paolo Mauri, "L'arte di leggere", Einaudi, Torino, 2007
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