Era stanco, si preparò per la notte in un battibaleno. Sotto le
coperte, prese dal comodino il libro del suo venerato filosofo
bibliofilo, Elemire Kapnist.
Il libro come sinonimo di guerriglia interiore
aveva sempre quell'incipit così trascinante...
«Per libro
noi intendiamo ogni riunione, ogni organizzazione non autorizzata di parole il
cui fine primo e ultimo sia ferire il cervello del lettore, ridicolizzare le sue
più intime e salde convinzioni, mostrare la stupidità dei suoi più
ragionevoli ragionamenti, arricchire la sua vita di ombre e
luci mai vissute prima. In questa fine di Ventesimo secolo di libri
così non se ne scrivono e, se pure, non si leggerebbero. Noi vogliamo aizzare,
istigare chi ha le capacità di scrivere un libro:
perché per noi, dire libro è già dire rivolta. Ecco perché libro
va in corsivo, perché deve tagliare, essere affilato, subdolo nella sua onesta
ricerca della verità, fare deragliare il senso comune. Il libro
quieto non esiste, è un'aporia, una contraddizione in termini. La libertà che
offre un libro è la ferita degli ideali e delle convinzioni...
è assurdo e quasi un crimine che un libro, la lettura, non comporti
per ciò stesso febbri e convulsioni... è assurdo che un libro
possa essere letto in metropolitana o per rilassarsi, davanti al fuocherello di
un camino o in spiaggia sotto l'ombrellone... Libri
così non esistono o per lo meno non hanno il diritto di chiamarsi libri.
Per leggere i libri che intendiamo noi bisogna armarsi di scudo e lance,
accettare di ferirsi e di perdere molto, molto sangue... Riconosciamo l'esistenza di
libri teorici e pratici, dove i primi insegnano modi e tecniche per mettersi in
rivolta nell'animo, i secondi colpiscono direttamente il lettore per quello
che dicono e per i concetti che esprimono. Noi crediamo al libro
come strumento di ribellione dei popoli oppressi e come strumento di risveglio
dei popoli liberi. Con i libri si cambia il mondo, con i libri
si possono fare le uniche guerre giuste e sante. Noi non amiamo la pace
interiore, pur consapevoli che la prima rivoluzione di tutti i tempi
sia stata quella della terra intorno al sole, che da miliardi
di anni segue sempre le stesse regole. Libro è lib-e-ro troncato della
e che gira le terre e i cuori degli uomini, indossa l'elmo appuntito di un accento
e insegna urlando che cosa è la libertà, che cosa è vita, chi è uomo».
Ugo Cundari, "Mistero Napoli", Tullio Pironti, Napoli, 2006
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