Il lettore compulsivo in effetti è un vero conquistatore. E le terre stampate
che gli si aprono davanti valgono quanto quelle conquistate da Alessandro,
Gengis Khan, Tamerlano o Napoleone: sono altrettanto ricche e affascinanti, ma
non richiedono tante inutili devastazioni né tanti atti cruenti.
Il nome di un libro letto (conquistato?) non ha niente a che vedere con ciò che
rappresentava prima; nella nostra memoria vive una vita tutta sua.
Il più delle volte cade nell'oblio, ma talvolta si sviluppa in modo autonomo; la
trama si trasforma, la fine è completamente diversa da quella scritta
dall'autore, la lunghezza cambia radicalmente.
Jacques Bonnet, "I fantasmi delle biblioteche", Sellerio, Palermo, 2009
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