Il libro non informa soltanto né solo intrattiene: č una creatura, che non
posso ridurre a una superficie discontinua di stimoli eccitanti quanto effimeri,
di istanti consumati in se stessi. Essa anzi attinge il proprio volto piů vero
se ci si impegna nella continuitŕ organica di un dialogo che cresce nel tempo,
sempre sulla traccia di un'origine da riscoprire nel futuro: attraverso la
differenza si illumina una affinitŕ, una corrispondenza di forme e di gesti
interiori, se si percorre il testo non come un turista, ma come un pellegrino,
che nel compiere il suo viaggio cerca anche se stesso e indaga il proprio caos
sentendosene responsabile.
Ezio Raimondi, "Un'etica del lettore", il Mulino, Bologna, 2007
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