Senza rispondere alla sua domanda mi misi a rileggere a voce alta, come
declamassi, uno dei passi che più mi aveva colpito:
Nos quoque has apes debemus imitari et quaecumque ex diversa lectione
congessimus separare...
Ti rendi conto? Il lettore accanito deve comportarsi come le api che succhiano
l'umore dei fiori per trasformarlo, loro, in miele. È il lettore, insomma, a
trasformare un libro in una rivelazione, in un bene collettivo, in uno strumento
di cambiamento. Siamo noi che, nell'ombra, tessiamo la tela della storia. Le
parole di Seneca sono inequivocabili:
Noi dobbiamo imitare le api e classificare tutte le nozioni che abbiamo
raccolto in letture eterogenee... dobbiamo fondere in un solo sapore questi vari
succhi delibati qua e là...
Ermanno Rea, "Il sorriso di don Giovanni", Feltrinelli, Milano, 2014
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