"Prima Pagina" di ottobre 2015

<< |  <  |  <>  |  >  | >> ]
Cosa è? What is?
Autori ]   [ Classi ]  

Ricerca ]   [ E-mail ]  
gialli
giochi
globalizzazione
guerra-pace
fantascienza
fantasy
favole
femminismo
filosofia
fisica
fotografia
fumetti
ecologia
economia
energia
epistemologia
erotica
evoluzione
design
destra-sinistra
diritto
cinema
citta'
collezionismo
comunicazione
copyright-copyleft
cosmologia
critica letteraria
5 anni fa —>
<— 10 anni fa
15 anni fa —>

[ ... per ricevere il memo ... ]
"Prima Pagina" di ottobre 2015       [  << |  <  |  <>  |  >  | >> ]







Senza rispondere alla sua domanda mi misi a rileggere a voce alta, come declamassi, uno dei passi che più mi aveva colpito: Nos quoque has apes debemus imitari et quaecumque ex diversa lectione congessimus separare... Ti rendi conto? Il lettore accanito deve comportarsi come le api che succhiano l'umore dei fiori per trasformarlo, loro, in miele. È il lettore, insomma, a trasformare un libro in una rivelazione, in un bene collettivo, in uno strumento di cambiamento. Siamo noi che, nell'ombra, tessiamo la tela della storia. Le parole di Seneca sono inequivocabili: Noi dobbiamo imitare le api e classificare tutte le nozioni che abbiamo raccolto in letture eterogenee... dobbiamo fondere in un solo sapore questi vari succhi delibati qua e là...

Ermanno Rea, "Il sorriso di don Giovanni", Feltrinelli, Milano, 2014