La finzione letteraria, quella scritta
nei libri, rimane per lungo tempo, prima della comparsa
del cinema e poi degli altri media, l'unica accessibile.
Quest'unicitŕ la rende un passaggio obbligato ai mondi
fantastici e induce strati di popolazione sempre piů
ampi a superare l'ostacolo maggiore, cioč la fruizione
attiva (la lettura) molto piů faticosa di quella passiva (la
visione e l'ascolto) che sarŕ propria degli altri media.
L'amore generalizzato per la finzione induce un esercizio dell'immaginazione,
una sorta di ginnastica della fantasia, che si risolve alla fine nella conquista
di una nuova dimensione della propria realtŕ interiore.
Gian Arturo Ferrari, "Libro", Bollati Boringhieri, Torino, 2014
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